Campi di concentramento, i tedeschi non ricordano. E gli italiani?

Enrico Miceli

Dall'Italia e dal Mondo

Campi di concentramento, i tedeschi non ricordano. E gli italiani?
Le polemiche sulla vicenda del nazismo, ma gli italiani sono altrettanto responsabili. La storia parla...

03 Maggio 2014 - 10:00

Partiamo da un presupposto. Tutti si dicono scandalizzati per le parole del signor Berlusconi di qualche giorno fa, che affermavano il concetto secondo cui per i tedeschi  i Lager nazisti non siano mai esistiti. Non entrando nel merito di quello che abbia detto quest´uomo e del perché, una cosa si può dire: Berlusconi è un gran comunicatore, in male o in bene, e sa usare bene il potere della comunicazione. Inoltre conosce bene quello che oggi è l´immaginario collettivo del popolo italiano, in genere, nei confronti dei tedeschi, del loro passato e del loro presente (alcuni anche del loro futuro). La domanda giusta da fare non è perché lo abbia detto, ma: veramente siamo scandalizzati?

Parlando con alcuni amici e colleghi che vivono in Italia, leggendo diversi blog italiani sul caso, e leggendo anche i commenti ai vari giornali che riportano la notizia, si evince che in effetti, parlando in generale, si crede che i tedeschi a scuola non studino ciò che è avvenuto durante il regime nazista, o se lo si studia lo si fa in maniera molto superficiale, e che ormai se ne sia persa memoria, e molti sono convinti del fatto che, come dice Berlusconi “per i tedeschi i Lager non sono mai esistiti”.

Diciamo che la mia impressione generale (ed è solo una mia opinione) è che la frase abbia suscitato scandalo solo perché l´ha pronunciata Berlusconi, e non tanto per il suo contenuto opinabile. Avrebbe avuto lo stesso impatto se a pronunciarla fosse stato qualcun´altro? Non lo sapremo mai.

Ma una cosa è sicura: Berlusconi non parla mai a vanvera, e sapeva bene che questa frase detta ad un popolo il cui immaginario collettivo verso i tedeschi non è certo positivo, avrebbe suscitato una reazione tale, da dargli di nuovo visibilità, in Italia ed in Europa. Pubblicità gratuita, come si dice, buona o cattiva che sia non importa.

Ma torniamo alla frase: è vero che il popolo tedesco non ha memoria di quello che è successo?

Il non parlare di un argomento, non significa necessariamente che non lo si conosca o che lo si ignori. Forse non se ne vuole parlare. Ed in effetti i tedeschi non parlano molto volentieri dell´argomento in questione. Perché?

Ho già scritto in passato di quanto io abbia notato la vergogna (e non l´orgoglio) che ancora ha questo popolo per quello che è successo, nonostante ormai siano passate due generazioni. Questo perché la memoria oggi è ancora molto vivida, molto forte. Infatti l´argomento del nazismo, viene affrontato abbondantemente e profondamente nelle scuole tedesche, fin dalle prime classi.

Un giovane che ha frequentato le classi elementari e superiori in Germania, conosce bene date e avvenimenti dove successero le stragi naziste. Ha visitato diverse volte campi di concentramento, e letto molti libri sull´argomento. Conosce la storia del periodo nazista, meglio di altri periodi storici. Si tiene vivo il ricordo, non tanto per non ripetere la storia, ma perché è un atto dovuto nei confronti della civiltà odierna e delle vittime del passato.

Ma se da un lato il popolo tedesco mantiene viva la memoria, al contrario di quello che ha detto Berlusconi e che crede la maggioranza degli italiani, che dire della nostra memoria?

Noi conosciamo bene la storia del regime fascista? Conosciamo date e riferimenti in cui gli italiani si resero complici o addirittura autori di stragi, sia in patria che fuori patria?

Mettiamoci alla prova!

Di seguito c´è un piccolo elenco (metterlo tutto avrebbe occupato almeno 5 pagine) di alcuni avvenimenti che videro colpevoli proprio gli italiani, alleati prima con i nazisti, poi con gli americani, e “qualcosa” anche da soli.

Quanti di questi ne conosciamo senza andare a spulciare su Internet?

  • Eccidio di Porzûs – 7 – 18 febbraio 1945;
  • Strage della Benedicta – 6 – 11 aprile 1944;
  • Massacro di Biscari – 14 luglio 1943;
  • Strage del palazzo Comunale di Campi Bisenzio – 2 settembre 1944,
  • Strage di Canicattì – 14 luglio 1943;
  • Eccidio di Cavazzoli – 19 novembre 1944;
  • Strage della Missione Strassera – 26 novembre 1944;
  • Eccidio di Valdobbiadene – 3 / 5 maggio 1945;
  • Eccidio dell’ospedale psichiatrico di Vercelli – 12 – 13 maggio 1945;
  • Strage di Domenikon – 16 Febbraio 1943;
  • Strage di Kragulevac – Ottobre 1941,
  • Eccidio per mano della SUPERSLODA – 12 aprile al 15 giugno 1942;
  • Caso Badoglio in Etiopia.

Ed ora i Campi di concentramento italiani, costruiti e gestiti dagli italiani:

  • campo di concentramento di Arbe (Rab) per il quadrante adriatico settentrionale (Fiume e la Slovenia);
  • campo di concentramento di Melada (Molat) per l’area centrale (Dalmazia);
  • campo di concentramento di Mamula e Prevalka per il quadrante adriatico meridionale;
  • campo di concentramento di Gonars (in Friuli Venezia Giulia): istituito dai fascisti il 23 febbraio 1942 ricevette il primo “trasporto” di 5.343 internati (di cui 1.643 bambini) due giorni dopo dalla provincia di Lubiana e dai campi di Arbe e di Monigo (frazione di Treviso).

E adesso la domanda è: chi ha perso la memoria storica del proprio passato? Mentre diamo una risposta a questa domanda, ricordiamo questa profonda verità: in guerra gli schieramenti non si dividono in oppressori e liberatori, ma in assassini e vittime.

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