Palermo onora il “suo” presidente: il giorno di Piersanti Mattarella

Redazione

Palermo - La cerimonia

Palermo onora il “suo” presidente: il giorno di Piersanti Mattarella
La cerimonia alla presenza del fratello, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

06 Gennaio 2020 - 11:31

L’ex presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella è stato ucciso il 6 gennaio di 40 anni fa. Oggi in città una intensa e commovente cerimonia alla presenza del fratello, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro Giuseppe Provenzano. Fu il presidente della Regione dalle “carte in regola”. Una corona di fiori è stata deposta nel luogo dell’agguato, in via Libertà, nel cuore del capoluogo siciliano. Tra i presenti anche i familiari, tra cui i figli Bernardo e Maria Mattarella, il sindaco Leoluca Orlando, il governatore Nello Musumeci, i vertici locali delle forze dell’ordine. Poi l’intitolazione all’ex presidente del Giardino Inglese. E, infine, la seduta solenne all’Assemblea regionale siciliana, alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella, fratello di Piersanti che soccorse subito dopo l’agguato di mafia. Un delitto su cui dopo 40 anni si indaga ancora e rispetto al quale resta in piedi la pista del terrorismo nero.

“Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la mia fede”: di fronte alla lapide presidiano il luogo dell’omicidio fin dalle 8 due carabinieri in alta uniforme. Alle 9 in punto il ministro Giuseppe Provenzano, Musumeci, Orlando, il prefetto Antonella De Miro e il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè depongono le corone d’alloro mentre suona il silenzio. Tante le autorità presenti, compresi gli assessori regionali Gaetano Armao e Toto Cordaro ai vice sindaco Fabio Giambrone, dal capogruppo Pd all’Ars Antonello Cracolici a Vincenzo Agostino, il papà di Nino, l’agente di polizia ucciso con la moglie Ida Castellucci. Presenti anche – oltre al presidente della Corte di appello Matteo Frasca – il consigliere del Csm, Nino Di Matteo, e Roberto a Tartaglia, consulente della Commissione antimafia, entrambi ex pm a Palermo nel pool “Stato-mafia”: quest’ultimo ha anche condotto le indagini sull’omicidio di Piersanti Mattarella.

“A 40 anni di distanza dalla morte di Piersanti Mattarella emerge sempre di più la levatura nazionale di questa figura. Ha tenuto alta la dignità della politica e delle istituzioni. La sua battaglia per lo sviluppo parla all’Italia intera non solo alla Sicilia, per questo oggi ho voluto essere qui”. Lo ha detto il ministro Giuseppe Provenzano a margine della commemorazione di Piersanti Mattarella a Palermo. E’ la prima volta che un ministro partecipi alla commemorazione.

Poi l’intitolazione del giardino Inglese all’ex presidente con la scopertura della targa in ottone che si trova proprio di fronte alla porzione di giardino che è stata dedicata a Francesca Morvillo e Giovanni Falcone, uccisi dalla mafia a Capaci, il 23 maggio 1992. “Confermando l’ammirazione e la gratitudine l’amministrazione comunale ha scelto di intestare questo giardino a Piersanti Mattarella – ha detto Orlando – un luogo simbolo che si trova tra via Libertà e via Dalla Chiesa”.

“Penso ai familiari che sono qui, dopo tanto tempo, che ancora aspettano la verità. Noi sappiamo che quell’assassinio fu una dichiarazione di guerra della mafia allo Stato che proseguì poi con altri delitti eccellenti – conclude il ministro Provenzano – Se siamo qui è perchè la mafia quella guerra non l’ha vinta, le istituzioni hanno reagito abbattendo e sconfiggendo il braccio militare di cosa nostra. Se la mafia non ha vinto però non ha neanche perso perchè il suo potere di infiltrazione è ancora presente. Il lavoro di Piersanti Mattarella deve essere completato: abbiamo bisogno di una Sicilia e di un Sud efficiente e formare una nuova classe dirigente che rompa le connivenze per cui Mattarella si battè”.

Numerosa anche la rappresentanza del Comune di Monreale con il sindaco Alberto Arcidiacono, il presidente del Consiglio Marco Intravaia, l’assessore Luigi D’Eliseo, il consigliere Flavio Pillitteri, Claudio Burgio in rappresentanza del Circolo Italia, Biagio Cigno presidente dell’Associazione Liberi di Lavorare e Stefano Gorgone. (Foto Andrea Tuttoilmondo)

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