Fratelli in guerra per due società: immobili ceduti sottobanco scatenano inchiesta da 1,5 milioni

Redazione

Palermo - Le indagini delle Fiamme Gialle

Fratelli in guerra per due società: immobili ceduti sottobanco scatenano inchiesta da 1,5 milioni
Due sorelle hanno sporto querela per infedeltà patrimoniale nei confronti dei due fratelli. Il Gip, ha così disposto il sequestro

13 Agosto 2025 - 09:34

Una disputa familiare sulla gestione di due società immobiliari palermitane è sfociata in un’inchiesta della Guardia di Finanza che ha portato al sequestro di otto immobili e di disponibilità finanziarie per un valore complessivo di 1,5 milioni di euro.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo e condotta dalla Sezione di Polizia Giudiziaria, ha riguardato quattro soci: due fratelli e due sorelle. Già nel 2017, a seguito di contrasti sulla gestione, le due sorelle avevano esercitato il diritto di recesso dalle società. Ritenendo ingiusta la valutazione delle proprie quote, avevano avviato un arbitrato, durante il quale hanno scoperto che i fratelli – entrambi amministratori, ciascuno di una delle due società – avevano ceduto, dopo il recesso, diverse unità immobiliari alle proprie consorti a prezzi nettamente inferiori al valore di mercato.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, in un caso l’amministratore avrebbe venduto alla moglie, nel 2018, sette unità immobiliari di un unico fabbricato del centro di Palermo, senza garanzie e con un prezzo non congruo, privando così la società anche dei proventi delle locazioni e dei canoni per l’uso di ripetitori di telefonia. Nell’altra società, il fratello-amministratore avrebbe ceduto alla moglie cinque immobili situati in una piazza centrale della città, con pagamento solo parziale del prezzo. Anche in questo caso, i canoni di locazione successivi sarebbero finiti alla nuova proprietaria, riducendo i ricavi societari. Quattro di questi immobili sarebbero poi stati rivenduti nel 2023 a terzi.

Le due sorelle hanno sporto querela per infedeltà patrimoniale. Il Gip, condividendo le valutazioni della Procura, ha disposto il sequestro preventivo degli otto immobili – per un valore di oltre 760 mila euro – e di circa 800 mila euro in contanti e altri beni riconducibili agli indagati, anche per equivalente.

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