Torture e omicidio, arrestato in Germania un somalo grazie alle indagini della Dda di Palermo

Andrea Rinaldi

Dall'Italia e dal Mondo - Traffico di migranti

Torture e omicidio, arrestato in Germania un somalo grazie alle indagini della Dda di Palermo
L'uomo è accusato di reati legati a un’organizzazione transnazionale dedita al traffico di esseri umani

31 Luglio 2025 - 10:01

È stato arrestato ieri mattina in Germania un cittadino somalo di 29 anni, destinatario di un mandato d’arresto europeo emesso dalla magistratura italiana per crimini gravissimi legati a un’organizzazione transnazionale dedita al traffico di esseri umani e alla commissione di reati efferati come omicidio, tortura e sequestro di persona. L’operazione è stata condotta dalla polizia, in particolare da investigatori del Servizio Centrale Operativo, della Sisco e della Squadra Mobile di Palermo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo, in collaborazione con la polizia tedesca. L’arresto è avvenuto nell’area di Zweibrücken, nella Germania sud-occidentale.

Secondo gli inquirenti, il 29enne somalo svolgeva il ruolo di carceriere e torturatore in una safe house situata nella località libica di Bani Walid, tristemente nota come uno dei principali snodi del traffico di esseri umani dal Nord Africa verso l’Europa. Il suo compito, all’interno dell’organizzazione criminale, era quello di imporre con la violenza l’ordine dei trafficanti libici, infliggendo percosse, torture e sevizie ai migranti, per costringere le famiglie a pagare il riscatto necessario per la liberazione e la traversata verso l’Italia.

Le indagini, partite nel giugno del 2023, hanno preso avvio dalla denuncia di un giovane somalo giunto clandestinamente a Lampedusa, il quale ha riconosciuto nell’indagato l’uomo che lo aveva torturato e rinchiuso nel campo libico. Lo stesso ha anche indicato il 29enne come l’autore dell’omicidio di un minore somalo, accoltellato alla gola dopo essersi ribellato a un tentativo di violenza sessuale. Il crimine, secondo quanto riferito, sarebbe stato filmato per estorcere denaro alla famiglia della vittima.

Le sue dichiarazioni hanno trovato pieno riscontro nelle testimonianze di altri migranti passati dallo stesso campo, che hanno confermato le modalità di tortura, riconosciuto il volto dell’uomo in alcune fotografie, e descritto analoghi episodi di violenza. “La localizzazione del sospetto – spiegano dalla Questura – è stata possibile grazie a una meticolosa analisi tecnica degli indirizzi IP associati al suo profilo Facebook, che ne ha tracciato prima la permanenza in Libia, poi il transito in Italia, e infine il trasferimento in Germania”.

Attivata la cooperazione internazionale, le autorità tedesche hanno rintracciato l’uomo e proceduto all’arresto. In esecuzione di un Ordine d’indagine europeo, è stata anche effettuata una perquisizione personale e domiciliare nei suoi confronti. L’uomo sarà ora sottoposto alle procedure di estradizione verso l’Italia, dove dovrà rispondere davanti alla giustizia di accuse gravissime che lo legano a una delle pagine più drammatiche del traffico di esseri umani contemporaneo.

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