A quarant’anni dall’agguato mafioso ricordato Beppe Montana, il poliziotto che catturava i latitanti

Redazione

Regione - L'anniversario

A quarant’anni dall’agguato mafioso ricordato Beppe Montana, il poliziotto che catturava i latitanti
Cerimonia a pochi metri dal luogo dell'attentato, nel corso della quale è stata deposta una corona di alloro sulla stele in marmo

28 Luglio 2025 - 12:56

A quarant’anni dall’agguato mafioso che costò la vita al commissario Beppe Montana, a Porticello una cerimonia commemorativa. Alla cerimonia ha partecipato il capo della polizia Vittorio Pisani, che ha deposto una corona di alloro sulla stele che ricorda il sacrificio del giovane funzionario, alla presenza delle Autorità Civili e Militari, dei familiari, dei colleghi. A conclusione della deposizione, il Cappellano della Polizia di Stato di Palermo, Don Massimiliano Purpura, ha ricordato la figura del giovane investigatore e ha impartito una benedizione. Presenti tra gli altri il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e, in rappresentanza del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, l’assessore Scarpinato che ha deposto una corona d’alloro a nome dell’intera comunità isolana. Il Prefetto Pisani, successivamente ha deposto un’altra corona d’alloro presso la lapide commemorativa ubicata nella caserma “Boris Giuliano”, sede della Squadra Mobile di Palermo, dove il Commissario Montana ha lavorato con passione e dedizione. 

“La memoria del commissario Beppe Montana, la sua tenacia, il suo coraggio e la dedizione al senso dello Stato rimangono per tutti esempio indelebile”, ha dichiarato il sindaco Lagalla. “La nascente sezione ‘Catturandi’, da lui guidata, scardinò i vertici di Cosa Nostra. Il suo impegno instancabile segnò una svolta nella lotta alla mafia. Oggi, a 40 anni di distanza, rinnovo il nostro impegno civico: non solo commemorare, ma agire”.

Parole di profonda commozione anche da parte del presidente Schifani, che ha ricordato Montana come “giovane e valoroso commissario” assassinato dalla mafia il 28 luglio 1985. “Il suo nome vive nella memoria della Sicilia onesta. Onorarlo significa rinnovare ogni giorno il nostro impegno per la legalità. Alla sua famiglia va il mio pensiero più sincero e la gratitudine dell’intera comunità isolana”.

Il 28 luglio del 1985, proprio nella frazione marinara di Santa Flavia, “Cosa Nostra” decise che era giunto il momento di saldare il conto con quel poliziotto a capo della “Squadra Catturandi” della Squadra Mobile di Palermo che tanto fastidio dava alla criminalità organizzata. Il poliziotto che “catturava” i latitanti fu colto da “Cosa Nostra” in uno dei rari momenti che egli dedicava allo svago ed a sé stesso: una domenica pomeriggio, di ritorno da una gita in barca con amici e parenti. Quell’omicidio fu la riprova di quanto bene il poliziotto avesse fatto il suo lavoro, con passione, dedizione e senso dello stato che, ancora oggi, sono esempi imperituri per donne e uomini della Polizia di Stato. Quella stessa abnegazione che, non a caso, gli è valsa un posto, sulla lapide commemorativa dei poliziotti uccisi dalla mafia ed affissa in Questura, tra Boris Giuliano e Ninni Cassarà.

Lo Stato ha onorato il suo estremo sacrificio conferendogli, il 26 settembre 1986, la Medaglia d’Oro al Merito Civile, con la seguente motivazione: “Sprezzante dei pericoli cui si esponeva nell’operare contro la feroce organizzazione mafiosa, svolgeva in prima persona e con spirito d’iniziativa non comune, un intenso e complesso lavoro investigativo che portava all’identificazione e all’arresto di numerosi fuorilegge. Sorpreso in un agguato, veniva mortalmente colpito da due assassini, decedendo all’istante. Testimonianza di attaccamento al dovere spinto fino all’estremo sacrificio della vita. Palermo, 28 luglio 1985”.

Altre notizie su monrealepress

Autorizzazione del Tribunale di Palermo N. 621/2013

Direttore Responsabile Giorgio Vaiana
redazione@monrealepress.it