Il settore della carpenteria metallica pesante in Italia rappresenta una componente fondamentale dell’industria delle costruzioni e dell’innovazione. Parliamo delle aziende specializzate nella realizzazione di grandi strutture in acciaio – capannoni industriali, ponti, viadotti, edifici prefabbricati e altre opere con telai portanti metallici.
Negli ultimi anni questo comparto ha mostrato una crescita significativa, trainata sia dagli investimenti pubblici in infrastrutture sia dalla domanda privata per edifici non residenziali moderni (logistica, direzionali, impianti produttivi). Dopo un decennio altalenante segnato dalla crisi economica e da una temporanea flessione durante la pandemia, il comparto sta ora vivendo una fase di notevole rilancio.
Di seguito analizziamo i principali numeri del settore, i trend in atto e le previsioni per il 2025, presentando i dati con tono neutro e autorevole.
Volumi di mercato nel 2023 e crescita registrata
Il mercato italiano delle costruzioni metalliche ha raggiunto volumi notevoli: secondo i dati UNICMI (Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche), nel 2023 la domanda di carpenteria metallica per l’edilizia ha sfiorato i 3 miliardi di euro.
Questo valore rappresenta un aumento del +6,5% rispetto all’anno precedente, segnalando un momento particolarmente positivo per il settore.
Già nel 2022 si era registrata una crescita sostenuta e il trend è proseguito accelerando nel 2023. Le stime indicano che nel 2024 la domanda supererà i 3,1 miliardi di euro e nel 2025 potrà raggiungere circa 3,4 miliardi.
Performance delle imprese e distribuzione geografica
Dal punto di vista delle imprese, il comparto è costituito da numerose aziende di varia dimensione, alcune altamente specializzate. Un campione di circa 90 imprese principali di carpenteria metallica (che insieme coprono circa il 60% del mercato italiano) ha mostrato performance economiche in netto miglioramento nell’ultimo periodo.
Secondo le analisi finanziarie, nel 2023 queste aziende presentavano un ROS medio (Return on Sales, margine operativo) intorno al 4,4% e un ROIC (Return on Invested Capital) di circa il 5,3%, indicatori di redditività in ripresa. Si tratta di segnali incoraggianti, specie se confrontati con gli anni difficili della precedente crisi economica.
La maggior parte di queste aziende si concentra nel Nord Italia (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte), territori a forte vocazione metalmeccanica e storicamente fulcro dell’industria siderurgica nazionale.
Impulso dagli investimenti pubblici in infrastrutture
Le ragioni dietro il rilancio del settore carpentieristico italiano sono diverse. In primo luogo, gli investimenti pubblici in infrastrutture hanno dato un forte impulso. Grandi progetti per ponti, viadotti, stazioni ferroviarie, edilizia sanitaria e scolastica – finanziati anche tramite il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) – stanno generando una domanda consistente di strutture in acciaio.
In questi ambiti, le carpenterie italiane svolgono un ruolo critico per rispettare i tempi serrati degli interventi avviati con fondi europei. Emblematico in tal senso è il nuovo ponte San Giorgio di Genova (ricostruito in sostituzione del viadotto Morandi), completato in tempi record proprio grazie all’impiego estensivo di componenti in carpenteria metallica forniti da aziende italiane.
Domanda privata nel settore non residenziale
Accanto al volano delle opere pubbliche, si segnala la vivacità della domanda privata nel settore non residenziale. Molte imprese stanno investendo in nuovi centri logistici, stabilimenti industriali e edifici direzionali moderni, che spesso richiedono grandi strutture metalliche per la loro realizzazione.
Il segmento del terziario avanzato (uffici di nuova generazione, data center, poli commerciali) ha contribuito in modo rilevante alla crescita: nel 2024 si prevede che i cantieri non residenziali genereranno oltre 1,2 miliardi di euro di domanda di carpenterie.
Questo trend è favorito dalla necessità di edifici altamente performanti costruiti in tempi rapidi, dove l’uso dell’acciaio risulta vantaggioso per flessibilità progettuale e sostenibilità (l’acciaio è riciclabile e consente strutture eventualmente smontabili o ampliabili in futuro).
Progressi tecnologici e digitalizzazione
Sul piano tecnologico, il settore sta beneficiando dei progressi legati all’Industria 4.0 e alla digitalizzazione della progettazione. Sempre più aziende di carpenteria adottano software BIM (Building Information Modeling) e sistemi automatizzati di taglio e saldatura, incrementando l’efficienza produttiva e la precisione nella realizzazione dei componenti.
Inoltre, cresce l’attenzione verso la sostenibilità dei processi: molte officine investono in impianti di verniciatura a basso impatto ambientale, nel riciclo degli sfridi di acciaio e in fonti energetiche rinnovabili per alimentare la produzione.
Normative, certificazioni e sfide del settore
Da segnalare che anche il quadro normativo e certificativo ha stimolato l’innalzamento degli standard: oggi le carpenterie devono garantire la marcatura CE dei propri componenti strutturali secondo la norma EN 1090, oltre a seguire stringenti controlli di qualità e saldatura in officina.
Questo adeguamento alle normative europee ha contribuito a professionalizzare ulteriormente il settore. Un’ulteriore sfida riguarda la carenza di manodopera specializzata – come saldatori qualificati e tecnici di montaggio – che il settore sta affrontando sia mediante programmi di formazione professionale, sia aumentando l’automazione per sopperire alle figure mancanti.
Proiezioni di crescita per il 2024 e 2025
Le prospettive a breve termine per il settore carpentieristico italiano restano positive. Il rapporto UNICMI evidenzia che il trend di crescita proseguirà anche nel 2024 e nel 2025, seppure con tassi leggermente più contenuti rispetto al rimbalzo post-pandemico.
Per il 2024 si stima un ulteriore +6,3% in valore, mentre per il 2025 la crescita attesa è intorno al +6,5%. Se queste previsioni saranno confermate, il volume d’affari del comparto potrebbe stabilmente superare i 3,3–3,5 miliardi di euro a fine 2025. La spinta maggiore continuerà a venire dalle opere infrastrutturali, soprattutto nelle aree interessate dai grandi progetti pubblici in corso (inclusi eventi come le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, che richiedono nuovi impianti e adeguamento di strutture esistenti).
Parallelamente, il costo dell’acciaio – materia prima fondamentale – dopo i picchi eccezionali raggiunti nel 2021-2022 si è in parte stabilizzato, offrendo alle imprese maggiore prevedibilità negli approvvigionamenti e nei costi di produzione.
Normalizzazione post-picco e strategie delle imprese
Va sottolineato che, dopo il picco del biennio 2024-2025, alcuni analisti prevedono una normalizzazione dei tassi di crescita: man mano che i grandi progetti pubblici saranno completati e gli incentivi straordinari cesseranno, la domanda potrebbe stabilizzarsi su livelli comunque elevati ma con incrementi annuali più moderati.
Nel frattempo, le imprese del settore puntano a consolidare i risultati ottenuti. Molte stanno reinvestendo gli utili per ampliare la capacità produttiva e migliorare la competitività, sfruttando anche il buon andamento dell’export di strutture in acciaio verso mercati esteri.
Conclusioni sul settore e prospettive complessive
In conclusione, il settore della carpenteria metallica italiana si presenta in espansione e con fondamentali solidi all’ingresso del 2025. I numeri evidenziano un mercato in crescita, sostenuto dagli investimenti pubblici e privati; i trend mostrano un comparto che abbraccia innovazione e sostenibilità; e le previsioni indicano un ulteriore sviluppo nel prossimo futuro.
Un ruolo non trascurabile è giocato anche dalle commesse internazionali: diverse aziende italiane esportano strutture e componenti in acciaio per progetti esteri, portando il proprio know-how oltre confine e aggiungendo ulteriore slancio al settore.




