La polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in comunità nei confronti di un ragazzo di 14 anni, identificato con le iniziali T.R.A., ritenuto responsabile – insieme ad altri – di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e danneggiamento. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale per i Minorenni di Palermo, su richiesta della Procura. L’indagine, coordinata dalla Procura per i Minorenni e condotta dalla Sezione Criminalità Diffusa della Squadra Mobile e dagli agenti del Commissariato “Porta Nuova”, si è concentrata sugli episodi di violenza e disordini avvenuti nei giorni precedenti alla festività di San Giuseppe (19 marzo).
Durante quei giorni, alcuni gruppi di giovani si sono resi protagonisti di lanci di bottiglie e sassi contro le Forze dell’Ordine, oltre a roghi di cassonetti, cataste di legna e materiali d’arredo abbandonati in strada. Una situazione che ha messo a rischio l’incolumità pubblica, impedendo persino il passaggio dei mezzi di soccorso e creando un grave pericolo d’incendio, specie per la presenza di rifiuti tossici e per la vicinanza ad abitazioni e strutture pubbliche. Le scene più critiche si sono registrate nei pressi dell’Ospedale Civico, dove le forze dell’ordine sono intervenute per sedare i tafferugli. Fondamentali, per ricostruire i fatti, sono state le riprese delle telecamere di sorveglianza e i filmati pubblicati online, che hanno permesso di individuare non solo i responsabili, ma anche una pianificata raccolta di materiali infiammabili nei giorni precedenti ai disordini.
Il giovane, secondo gli investigatori, sarebbe stato coinvolto in prima persona nella gestione e nell’esecuzione di questi atti vandalici. Il Gip, al termine dell’interrogatorio, ha ritenuto sussistente il pericolo di reiterazione del reato, anche alla luce di numerose pendenze per reati predatori e dell’assenza di frequenza scolastica regolare. Per gli altri minori coinvolti, ma non imputabili in quanto infra-quattordicenni, la Procura – nella persona del Procuratore Claudia Caramanna – ha disposto misure rieducative. I ragazzi saranno inseriti in progetti pedagogici a scopo riabilitativo e riparativo, sotto la supervisione dei servizi sociali.
Non finisce qui: anche gli esercenti la responsabilità genitoriale sono stati indagati per abbandono di minori, poiché – secondo gli inquirenti – avrebbero manifestato una condotta in contrasto con i doveri di custodia e cura dei figli. Al termine delle formalità di rito, il 14enne è stato accompagnato in una comunità educativa, indicata dalla Direzione del Centro di Giustizia Minorile.




