Strage di via D’Amelio, il ministro Piantedosi a Palermo per rendere omaggio alle vittime

Redazione

Palermo - La cerimonia

Strage di via D’Amelio, il ministro Piantedosi a Palermo per rendere omaggio alle vittime
Il ministro ha deposto una corona d'alloro presso la lapide dedicata ai caduti presso la caserma Lungaro

19 Luglio 2025 - 13:40

Una giornata di intensa commozione e memoria quella vissuta oggi dalla Polizia di Stato in occasione del 33° anniversario della strage di via D’Amelio, in cui il 19 luglio 1992 furono assassinati il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli. Alla cerimonia commemorativa hanno preso parte il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il Capo della Polizia Vittorio Pisani, insieme ai familiari delle vittime, rappresentanti delle istituzioni civili e militari.

Le celebrazioni si sono aperte con la deposizione di una corona d’alloro da parte del Ministro Piantedosi presso la lapide dedicata ai caduti all’interno dell’Ufficio scorte. A seguire, nella cappella della Caserma “Pietro Lungaro”, si è tenuta la Santa Messa di suffragio, officiata da Don Massimiliano Purpura, Cappellano della Polizia di Stato.

Uno dei momenti più toccanti è stato la proiezione del docufilm “I ragazzi delle Scorte: Fabio”, nella Sala Corona. Il film, dedicato alla memoria di Fabio Li Muli – il più giovane tra gli agenti caduti quel tragico 19 luglio – racconta la sua vita attraverso le testimonianze delle sorelle Tiziana e Sabrina e della fidanzata Victoria Elena de Lisi. Un racconto intimo e sincero che restituisce l’immagine di un giovane uomo guidato da un profondo senso della giustizia, che non cercava l’eroismo ma desiderava soltanto vivere secondo i propri valori.

A rendere ancora più sentita la commemorazione è stata la testimonianza scritta di Emanuela Loi, nipote e omonima dell’agente Emanuela Loi, prima donna poliziotta a cadere in servizio in Italia. La giovane agente, oggi in servizio presso la Questura di Cagliari, ha voluto ricordare la zia con una lettera aperta in cui ha espresso orgoglio e gratitudine per l’esempio lasciato, definendo il suo sacrificio un’eredità di senso del dovere e amore per la giustizia. Un ricordo vivo, quindi, non solo nelle cerimonie ufficiali, ma anche e soprattutto nei cuori di chi continua a portarne avanti l’eredità morale ogni giorno.

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