L’inchiesta sull’università “Jean Monet”, nuovo sequestro da 1,2 milioni

Redazione

Palermo - Situati nella zone centrali di Roma, Milano e Palermo

L’inchiesta sull’università “Jean Monet”, nuovo sequestro da 1,2 milioni
Secondo gli investigatori, le rette pagate dagli studenti, venivano versate su conti correnti esteri intestati a società di comodo

13 Marzo 2025 - 09:47

I finanzieri del Comando provinciale di Palermo, su disposizione della Procura della Repubblica, hanno eseguito il sequestro di tre immobili di rilevante valore, riconducibili al responsabile di un noto Dipartimento di Studi.

L’operazione si inserisce nell’ambito di un’inchiesta in corso e che vede al centro l’università “Jean Monet”, da cui è emerso che avrebbe sottratto a tassazione in Italia redditi per oltre 9 milioni di euro. Le indagini hanno evidenziato che il Dipartimento, pur formalmente appartenente a una Fondazione di diritto croato, avrebbe operato a Palermo dal 2020, dando vita a un’ipotesi di cosiddetta “esterovestizione”. Secondo gli investigatori, le rette pagate dagli studenti (oltre 800, con importi che arrivavano fino a 26.000 euro annui) venivano versate su conti correnti esteri intestati a società di comodo situate in Inghilterra, Svizzera e Bosnia ed Erzegovina. I corsi offerti, di natura universitaria e specialistica, non erano riconosciuti dal Ministero dell’Università e della Ricerca, risultando quindi privi di valore giuridico in Italia.

Già lo scorso dicembre (LEGGI QUI), la Procura della Repubblica di Palermo aveva disposto il sequestro preventivo d’urgenza, poi convalidato dal gip, di beni e disponibilità finanziarie per oltre 3,5 milioni di euro, corrispondenti all’imposta evasa dal Dipartimento. L’odierna misura di sequestro si colloca nel proseguimento di tale operazione. Attraverso le indagini, è stato accertato che i tre immobili sequestrati (due appartamenti e un locale commerciale) sono stati intestati a una società immobiliare con sede a Londra, formalmente di proprietà di un palermitano iscritto all’Aire in Inghilterra. Questo meccanismo avrebbe consentito di dissimulare l’effettiva titolarità e di schermare i beni da possibili azioni giudiziarie. Gli immobili, situati in zone centrali di Roma, Milano e Palermo, hanno un valore stimato di circa 1,2 milioni di euro.

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