“Pioppo non è una strada”: ripensare la frazione, soprattutto in termini di spazi

Redazione

Cronaca - La denuncia

“Pioppo non è una strada”: ripensare la frazione, soprattutto in termini di spazi
Nonostante le tante attrazioni naturalistiche che possiede, non riesce ad attrarre visitatori

29 Marzo 2023 - 14:55

Riceviamo e pubblichiamo un appello di Stefano Lo Coco, componente del Comitato Pioppo Comune, che denuncia lo scarso interesse per la frazione monrealese da parte delle Ammistrazioni. Pioppo infatti, nonostante le tante attrazioni naturalistiche che possiede, non riesce ad attrarre visitatori, non riesce ad offrire a giovani e anziani degli spazi all’aperto o in cui si possa socializzare e fare sport. E si chiede: “Cosa vogliamo diventare da qui a dieci anni?” Ecco il testo integrale:

Pioppo ha bisogno di essere ripensata in termini di servizi, di viabilità e di prospettive sostenibili di sviluppo. Cosa vogliamo diventare da qui a dieci anni? Non abbiamo bisogno solo di cimiteri. Abbiamo bisogno di spazi anche all’aperto per gli anziani, per i disabili e luoghi dove si possa praticare del movimento all’aperto”.

“Abbiamo bisogno di dare spazio a chi, già oggi, in bici o in auto viene da fuori per comprare nei nostri negozi, fermarsi a mangiare nei bar e occorre che chi oggi passa velocemente rimanga anche solo mezza giornata per passeggiare e godere di quello che la natura offre: Casaboli, il Sant Elia, Costa Lunga, Aglisotto. Non é una strada questa Frazione”.

“Ho inoltrato già da settimane una proposta all’amministrazione di ampliamento dei confini del centro abitato secondo quanto previsto dal Codice della strada, seguendo iniziative che già altri Comuni e Anas hanno intrapreso con successo in tutta Italia. Occorre farlo anche, forse sopratutto, per ragioni di sicurezza stradale e quindi per maggiore controllo delle strade e per dare servizi alle zone più esterne del paese come Case Buffa, a chi frequenta la Chiesa Cristiana Evangelica, ai residenti nelle abitazioni fino e oltre ‘curva catena’ che non possono nemmeno pensare di venire a piedi in paese o che devono aver paura anche solo ad attraversare la strada per aspettare tranquillamente i mezzi pubblici. Occorre fare insomma qualcosa, magari rispondendo o anche soltanto istituendo un tavolo tecnico o un confronto con la Consulta di Frazione e i cittadini interessati”.

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