Mafia, sequestro per un milione a boss Sansone: è stato autista di Riina

Redazione

Palermo - Il provvedimento

Mafia, sequestro per un milione a boss Sansone: è stato autista di Riina
L'uomo che si trova detenuto è un esponente di spicco del mandamento Passo di Rigano

20 Febbraio 2023 - 15:34

Beni per un valore di circa un milione di euro sono stati sequestrati a Giuseppe Sansone, 72 anni, esponente di spicco della famiglia mafiosa palermitana di Uditore, storicamente inserita nel mandamento di Passo di Rigano-Boccadifalco. Il sequestro, disposto dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo su proposta del procuratore e del questore, interessa un’impresa edile nel quartiere Uditore e di proprietà di un congiunto del boss detenuto e diversi rapporti finanziari intestati a Sansone e ai suoi familiari. Sansone, uomo di fiducia del boss Salvatore Riina di cui è stato l’autista durante la sua latitanza, è stato condannato negli anni novanta per associazione mafiosa. In seguito alla cattura di Totò Riina, avvenuta nel 1993, durante la perquisizione effettuata all’interno dell’abitazione presso la quale lo stesso ha trascorso l’ultimo periodo di latitanza, sono stati ritrovati appunti manoscritti con riferimenti anche ad altri membri della famiglia di Sansone.

L’indiscussa pericolosità del boss è stata sancita negli anni ‘90 anche dal decreto di applicazione nei suoi confronti della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per 4 anni, nonché della confisca di beni, emessa anche nei confronti del fratello Gaetano, essendo stato riconosciuto come l’attività imprenditoriale dei due fratelli fosse funzionalmente collegata a manifestazioni di condizionamento mafioso per l’aggiudicazione di appalti pubblici.

Le indagini, sia passate che recenti, hanno messo in evidenza il ruolo operativo di Sansone e la sua “influenza imprenditoriale – sottolineano dalla questura – esercitata con continuità dagli anni ’80/’90 fino ad oggi, caratterizzata dall’utilizzo della forza intimidatrice esercitata da Cosa nostra nel campo degli affari, in special modo nell’edilizia”. La società oggetto del sequestro era stata costituita da Sansone nel 2006 insieme alla moglie e poi trasferita nel 2008. Il boss ne avrebbe comunque mantenuto la gestione di fatto anche dopo la cessione, continuando ad occuparsi “di procacciare lavori alla società, di decidere in ordine all’acquisto dei beni strumentali e all’assunzione degli operai, nonché di curare i rapporti con i clienti ed i fornitori”.

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