Mafia, 39 anni fa l’omicidio del giudice Chinnici: padre del pool antimafia

Redazione

Palermo - L'anniversario

Mafia, 39 anni fa l’omicidio del giudice Chinnici: padre del pool antimafia
Fu il papà di quello che sarà poi definito "pool antimafia". Con lui due giovani magistrati: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

29 Luglio 2022 - 10:18

È stato commemorato oggi a Palermo il giudice Rocco Chinnici, il capo dell’ufficio Istruzione del tribunale di Palermo, ucciso il 29 luglio del 1983 sotto la sua abitazione da Cosa nostra. Con lui morirono anche due carabinieri della scorta, il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, e Stefano Li Sacchi, portiere dello stabile di via Pipitone Federico in cui il giudice abitava. Alle ore 9 la deposizione di corone di fiori nel luogo della strage, alle 9.30 nella chiesa di Santa Maria Maddalena, all’interno della caserma Carlo Alberto Dalla Chiesa, è stata celebrata la messa in ricordo delle vittime della strage. Alle 10.30 nell’aula magna della Corte d’Appello in piazza Vittorio Emanuele Orlando il seminario intitolato “I programmi di finanziamento europei, tra semplificazione amministrativa e rischi di infiltrazione della criminalità”. Infine alle 18 a Misilmeri, in piazza Rocco Chinnici, e alle ore 19 a Partanna, in piazza Umberto I, si terranno altre due cerimonie con la deposizione di corone di fiori.

Alla cerimonia oltre al sindaco Roberto Lagalla erano presenti il Comandante Interregionale Carabinieri “Culqualber”, Generale di Corpo d’Armata Riccardo Galletta, il Comandante della Legione Sicilia, Generale di Brigata Rosario Castello, le massime Autorità civili e militari locali e regionali, i familiari dei caduti e dei feriti sopravvissuti all’attentato.

Nato a Misilmeri il 19 gennaio del 1925, Chinnici entra in magistratura nel 1952. Dopo un lungo periodo di permanenza a Partanna come pretore, nell’aprile del 1966 si trasferisce a Palermo, giudice dell’ottava sezione dell’Ufficio Istruzione del Tribunale. Dai primi anni Settanta inizia ad occuparsi di delicati processi di mafia. Nel 1975 diviene Consigliere Istruttore Aggiunto. Quattro anni dopo, nel 1979, è nominato Consigliere Istruttore, proprio negli anni in cui la mafia sferrava un terribile attacco allo Stato. Chinnici ha allora una intuizione che fa di lui un magistrato particolarmente moderno: progetta e crea, nel suo ufficio, un gruppo di lavoro, una scelta per allora rivoluzionaria e non ancora supportata da un apposito sostegno legislativo, dando forma a quello che sarà poi definito “pool antimafia“. Accanto a sé, Chinnici chiama due giovani magistrati: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ed è proprio con loro che mette in cantiere i primi atti d’indagine di quelli che si caratterizzeranno come i più importanti processi di mafia degli anni Ottanta. L’attività del Giudice Chinnici non si esaurisce, però, all’interno delle aule giudiziarie: è un magistrato impegnato a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni, rivolgendosi, particolarmente, alle giovani generazioni. Rocco Chinnici viene ucciso il 29 luglio del 1983 all’età di cinquantotto anni, con il primo attentato che utilizza la tecnica dell’esplosivo comandato a distanza.

Nell’auto di servizio, l’autista Giovanni Paparcuri, parzialmente protetto dalla blindatura, è gravemente ferito e privo di sensi. Sopravviverà, ma senza mai superare del tutto i problemi fisici procuratigli dalla parziale esposizione all’onda d’urto. Ci sono decine di feriti, anche all’interno delle abitazioni. E tra i feriti due bambini. Era la preoccupazione più grande, per Rocco Chinnici, negli ultimi tempi, quella di poter coinvolgere in un possibile attentato un familiare, un passante, un uomo della scorta. Se avesse potuto, avrebbe chiesto che altri uomini non morissero con lui.

“Il percorso di lotta alla mafia che ha iniziato mio padre più di quarant’anni fa era portato avanti in condizioni difficilissime. Oggi però su questa materia sono entrate in vigore diverse disposizioni legislative europee e altre sono in fase di sviluppo: da questo punto di vista posso dire che Rocco Chinnici è stato un visionario, una figura che ha segnato un percorso molto importante”. Lo ha detto l’europarlamentare Caterina Chinnici, figlia del giudice, a margine della cerimonia di commemorazione. “Nel privato mio padre sapeva essere molto amorevole e rassicurante, presente per i suoi figli con autorevolezza ma mai con invadenza – dice – l’amore e la dedizione che ho per questa terra li devo in gran parte a lui. C’è sempre stato per me e continua tuttora a esserci”.

“Al giudice Chinnici si deve l’ispirazione che ha portato alla nascita del pool antimafia che, negli anni più bui della guerra di mafia che ha colpito anche molti servitori dello Stato, ha segnato un sensibile cambio di passo nella lotta alla criminalità organizzata. Per questa ragione, con il ricordo del sacrificio di Rocco Chinnici, magistrato lungimirante, si rinnova l’invito rivolto ai giovani tanto quanto agli amministratori locali a non abbassare mai la guardia nel contrasto alle mafie”, così dichiara il sindaco Roberto Lagalla, durante la cerimonia di questa mattina.

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