Ustica, 42 anni fa la strage senza responsabili. A bordo due monrealesi

Redazione

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Ustica, 42 anni fa la strage senza responsabili. A bordo due monrealesi
Nell’incidente, morirono anche due monrealesi, Antonella e Giovanni Pinocchio

27 Giugno 2022 - 13:17

Continuano a essere senza nome i responsabili della strage della sera del 27 giugno 1980 quando il Dc9 dell’Itavia, partito da Bologna e diretto a Palermo, all’altezza dell’isola di Ustica uscì dagli schermi radar e venne dato per disperso. Solo il giorno dopo vennero avvistate le prime vittime che alla fine saranno 81, 64 adulti e 11 bambini, due dei quali con meno di 2 anni. Insieme a loro 4 uomini dell’equipaggio. Tra le vittime anche due monrealesi, Antonella e Giovanni Pinocchio.

Le numerose rogatorie internazionali (indirizzate a Usa, Belgio, Germania, Francia e per finire anche al governo transitorio della Libia dopo la caduta del regime di Gheddafi) che la procura di Roma ha avviato negli anni scorsi, nell’ambito dell’inchiesta bis aperta per strage contro ignoti, non hanno consentito di arrivare a risultati concreti: alcuni Paesi hanno fornito informazioni senza alcuna rilevanza penale mentre altri hanno totalmente ignorato la richiesta.

Queste le tappe principali della vicenda giudiziaria: – GIUGNO ’80 – Gli atti urgenti dell’indagine sono affidati al pm di Roma Giorgio Santacroce. Le prime ricostruzioni parlano di cedimento strutturale del velivolo, ma c’è chi ipotizza che a causare l’esplosione siano stati una bomba o un missile. – 18 – LUGLIO ’80 – Sui monti della Sila, in località Timpa delle Magare, viene ritrovato ufficialmente il relitto di un Mig 23 libico: si pensa che l’aereo sia precipitato la sera del 27 giugno e abbia avuto un ruolo nella tragedia del Dc9. – 25 NOVEMBRE ’80 – John Macidfull, esperto dell’ente Usa per la sicurezza del volo, consegna al magistrato una perizia in cui si rivela la presenza di un caccia sconosciuto accanto al Dc9 al momento dell’esplosione. – PRIMAVERA ’82 – La commissione ministeriale scarta l’ipotesi del cedimento strutturale e sposa quella dell’esplosione: esterna (missile) o interna (bomba). – NOVEMBRE ’84 – Il giudice istruttore Vittorio Bucarelli affida una nuova perizia a una commissione coordinata dall’ingegner Massimo Blasi. Si decide il recupero del relitto. – ESTATE ’86 – Parte l’operazione recupero, affidata a due navi e a un sottomarino di una società francese che risulterà legata ai servizi segreti. – MARZO ’89 – La commissione Blasi sposa la tesi del missile. – PRIMAVERA ’90 – Due dei cinque esperti della commissione cambiano idea e parlano di bomba. – LUGLIO ’90 – Bucarelli, accusato dall’ex ministro Amato di essere un bugiardo, si dimette. Gli subentra Rosario Priore. – INVERNO ’92 – Incriminazione per una settantina tra ufficiali e sottufficiali dell’Aeronautica militare per depistaggi, distruzione di prove e falso. Per sette generali si profila l’aggravante dell’alto tradimento.

Anche quest’anno, a cura dell’associazione Liberi di Lavorare, presieduta da Biagio Cigno, in piazza Inghilleri si è tenuta una cerimonia commemorativa con deposizione di un mazzo di fiori in ricordo della strage. Alla manifestazione hanno aderito l’Osservatorio Sviluppo e Legalità Giuseppe La Franca presieduto da Claudio Burgio, l’associazione Culturale Venero presieduta da Giuseppe Magnolia e l’associazione Auser Circolo Biagio Giordano presieduta da Luigi mazzola. L’Amministrazione comunale nel 2005 in quella piazza pose una scultura a ricordo.

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