Mafia, 42 anni fa l’omicidio del giudice Terranova e del maresciallo Mancuso

Redazione

Palermo - L'anniversario

Mafia, 42 anni fa l’omicidio del giudice Terranova e del maresciallo Mancuso
L'omicidio, come accertato dagli inquirenti, sarebbe stato deciso dalla cupola mafiosa presieduta da Riina

25 Settembre 2021 - 11:55

Ricorre oggi il 42esimo anniversario della morte del giudice Cesare Terranova, ucciso a Palermo dalla mafia assieme al maresciallo Lenin Mancuso, suo collaboratore. Era il 25 settembre del 1979. Presenti le massime autorità civili e militari, nel corso della commemorazione sono state deposte due corone di alloro in memoria.

I killer attesero Terranova e Mancuso in via De Amicis e aprirono il fuoco. Il magistrato era rientrato da poco nel capoluogo siciliano. Per due legislature era stato eletto nelle liste del Pci ed era stato membro della commissione antimafia. Si accingeva a insediarsi al posto di capo dell’ufficio istruzione di Palermo. Qualche anno prima, nel 1974, aveva inchiodato Luciano Liggio, la “Primula Rossa” di Corleone.

Per l’omicidio del giudice Cesare Terranova e del maresciallo Lenin Mancuso, la corte d’assise di Reggio Calabria ha condannato all’ergastolo come mandanti i componenti della cupola di Cosa Nostra: Salvatore Riina, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Francesco Madonia, Pippo Calò, Antonino Geraci, Michele Greco.

Il 25 settembre 1988, la mafia uccideva invece lungo il viadotto Grottarossa della strada statale 640 Agrigento-Caltanissetta il giudice Antonino Saetta, presidente della I sezione della Corte d’Assise d’Appello di Palermo, e il figlio Stefano. L’agguato scattò poco prima della mezzanotte. L’omicidio, come è stato accertato dagli inquirenti, sarebbe stato deciso dalla cupola mafiosa presieduta da Riina per punire il magistrato che aveva pesantemente condannato killer e mandanti di efferati omicidi e che era candidato a presiedere la corte d’appello del primo maxiprocesso alle cosche mafiose del palermitano.

“Siamo qui per fare memoria di un altro giorno drammatico, di quel tempo terribile e di quelle estati palermitane – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – caratterizzate da stragi di mafia. Terranova e Mancuso erano uomini dello Stato, garanti della legalità che hanno trovato la morte per mano mafiosa-criminale in un tempo nel quale la mafia aveva il volto delle istituzioni e apparivano eversivi coloro che chiedevano l’applicazione delle legge. Terranova fu precursore di metodologie di indagini innovative ma al contempo fu vittima di una magistratura incapace di cogliere la dimensione associativa di Cosa Nostra. E che in molti casi ne era complice. A distanza di 42 anni siamo ancora qui per mantenere alta la tensione affinché non tornino mai a Palermo quei tempi drammatici”.

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