Bancarotta da 22 milioni di euro ed evasione: cinque arresti a Palermo

Redazione

Palermo - Nel mirino della Gdf la Gambino Group e la MG Logistica

Bancarotta da 22 milioni di euro ed evasione: cinque arresti a Palermo
Il Gip ha disposto il sequestro preventivo di 4.428.929 di euro corrispondente all'ammontare dell'evasione accertata

22 Luglio 2021 - 09:12

Società “cartiere” per emettere fatture false, spostare i dipendenti e eludere il Fisco: è quanto ricostruito dai finanzieri del Comando Provinciale di Palermo che hanno arrestato cinque persone (una in carcere e quattro ai domiciliari). Sono indagate a vario titolo per associazione a delinquere, emissione e utilizzo di fatture false, omesso versamento di ritenute, indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti e bancarotta fraudolenta. Con lo stesso provvedimento il Gip ha disposto il sequestro preventivo di somme di denaro per complessivi 4.428.929 di euro corrispondente all’ammontare dell’evasione di imposta accertata. Le indagini attraverso verifiche fiscali, intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno permesso di ricostruire un complesso meccanismo fraudolento articolato sulla creazione di una serie di società di comodo asservite a un gruppo imprenditoriale palermitano operante nel settore del trasporto merci. Le società, tutte riconducibili a uno degli indagati Francesco, operando in evasione d’imposta, negli anni dal 2013 al 2018 hanno prodotto un giro di fatture false per oltre 16 milioni di euro a vantaggio delle uniche due imprese realmente operative – la Gambino Group s.r.l. con sede a Palermo e la MG Logistica s.r.l. con sede a Ficarazzi – beneficiarie della frode.

La finalità del meccanismo fraudolento era quella di abbattere illecitamente il reddito imponibile attraverso la contabilizzazione di costi fittizi, concentrando inoltre sulle società cartiere tutti gli obblighi contributivi, previdenziali e assistenziali gravanti sul datore di lavoro. La gestione dei lavoratori era, infatti, caratterizzata da frenetici passaggi da una società all’altra, mascherati da dimissioni volontarie ma sostanzialmente imposti dagli indagati. Le società evadevano così Iva e Ires e non versavano i contributi assistenziali e previdenziali spettanti ai lavoratori. Il sistematico inadempimento dei debiti ha causato il dissesto finanziario della Gambino Group, una delle principali società coinvolte nel sistema di frode, dichiarata fallita dal Tribunale di Palermo lo scorso 29 aprile, che aveva accumulato un’esposizione verso l’Erario per oltre 22 milioni di euro.

“L’operazione ‘Vanish Vat’ rappresenta un’ulteriore conferma della diffusione nel territorio di condotte illecite poste in essere da imprenditori privi di scrupoli che ricorrono ad articolati meccanismi fraudolenti per beneficiare di fittizi vantaggi fiscali e imputare gli oneri fiscali, previdenziali, contributivi e assistenziali a società di comodo che vengono spesso portate al fallimento. Si tratta di sistemi illeciti che determinano un ingente danno per l’Erario, per i creditori e per gli imprenditori che operano nel rispetto delle regole”. Lo dice il generale Antonio Quintavalle Cecere, comandante provinciale della guardia di finanza di Palermo commentando l’operazione che ha portato a cinque arresti per la bancarotta da 22 milioni di euro del gruppo Gambino. Quintavalle ha poi aggiunto: “L’impatto sull’economia di tali fenomeni illeciti, purtroppo sempre più frequenti come dimostrano le recenti indagini svolte dalle Fiamme Gialle, può risultare devastante soprattutto se si considera che, in base al Rapporto Istat 2021, a seguito della crisi pandemica circa il 45% delle piccole e medie imprese italiane è a rischio fallimento (potrebbero cioè non essere in grado di resistere ad una nuova crisi). Per tale motivo l’attività di vigilanza e contrasto ai sistemi di frode assume per la Guardia di Finanza rilevanza strategica”.

“Emerge uno scenario particolarmente allarmante, insidioso e altamente lesivo degli interessi finanziari dello Stato, considerato l’ammontare delle imposte evase, il numero delle società coinvolte e dei soggetti indagati. L’accurata ricostruzione dei flussi finanziari alla base delle condotte fraudolente, cifra distintiva delle attività investigative condotte dalla guardia di finanza, rappresenta la modalità operativa più efficace per garantire l’effettivo ristoro delle casse dello Stato di quanto indebitamente sottratto alla collettività dagli evasori fiscali”. Sono le parole del colonnello Gianluca Angelini, comandante del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Palermo commentando l’operazione. Angelini ha poi aggiunto: “La tutela dell’economia legale riveste oggi più che mai un’importanza centrale per la salvaguardia degli imprenditori onesti e per questo l’impegno della Guardia di Finanza è costantemente rivolto al contrasto della criminalità economica, in grado di inquinare il tessuto sano dell’imprenditoria nazionale e particolarmente difficile da colpire alla luce del tecnicismo delle operazioni contabili e finanziarie illecite”.

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