Corruzione nella sanità siciliana: nuovo arresto nell’indagine della Gdf

Redazione

Palermo - L'operazione della Guardia di Finanza

Corruzione nella sanità siciliana: nuovo arresto nell’indagine della Gdf
Arrestato anche Vincenzo Li Calzi, come emerso dall'indagine "Sorella sanità", si tratta di un fidato collaboratore di Salvatore Manganaro

15 Dicembre 2020 - 10:38

I finanzieri del comando provinciale di Palermo, su disposizione della procura, hanno eseguito nei confronti di Vincenzo Li Calzi, originario di Canicattì, in provincia di Palermo, un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Come già emerso nell’indagine “Sorella sanità” (LEGGI QUI I DETTAGLI), condotta dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, si tratta di un fidato collaboratore di Salvatore Manganaro, già arrestato il 21 maggio in esecuzione dell’ordinanza emessa dal gip nei confronti di 12 soggetti responsabili, a vario titolo, di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e turbata libertà degli incanti in relazione a importanti gare d’appalto bandite in ambito sanitario.

In quell’occasione Li Calzi non era stato raggiunto da alcun provvedimento restrittivo. Su ricorso del pubblico ministero, il tribunale del riesame, ha però poi disposto l’arresto ai domiciliari con l’accusa di corruzione aggravata, in concorso con Damiani, già direttore generale dell’Asp 9 di Trapani, Manganaro, Zanzi e Satta, rispettivamente amministratore delegato e responsabile operativo della tecnologie sanitarie, in relazione all’aggiudicazione di due gare d’appalto, bandite una dall’Asp 6 di Palermo e l’altra dalla centrale unica di committenza della Regione siciliana, relative alla manutenzione di apparecchiature elettromedicali. In particolare Li Calzi avrebbe svolto il ruolo di contabile delle tangenti per conto di Manganaro, del quale era prestanome per le principali società di comodo e per il trust nei quali confluivano le ricchezze illecitamente accumulate. Gli arresti domiciliari sono scattati a seguito dell’ordinanza della Suprema Corte di Cassazione che ha sancito l’inammissibilità del ricorso promosso dal Li Calzi contro il provvedimento del tribunale del riesame.

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