Statale 186 di Monreale, mai così pochi incidenti: il report 2019 di Aci

Redazione

Cronaca - Tra le strade con più incidenti la Tangenziale di Catania

Statale 186 di Monreale, mai così pochi incidenti: il report 2019 di Aci
Tra le strade nelle quali gli incidenti sono diminuiti in modo consistente anche la Circonvallazione di Monreale

17 Novembre 2020 - 10:52

É stato pubblicato da Aci il report sugli incidenti stradali nel 2019. Tra le strade più pericolose la tangenziale di Catania, tra quelle con meno incidenti la Circonvallazione di Monreale. Settantaquattro incidenti su 100 avvengono nei centri abitati, 5 in autostrada e 21 su strade extraurbane; nel 2019 in autostrada è leggermente in calo il numero di incidenti (-1,5%), diminuisce anche il numero di morti (-6,9%), sulle strade extraurbane decrescono sia gli incidenti (-3,8%) che i morti (-6,8%), nei centri abitati, nel complesso, rimangono stabili gli incidenti, diminuiscono i morti (-5%), mentre nei piccoli centri, attraversati da strade extraurbane, anche gli incidenti.

Sono i dati essenziali che emergono da “Localizzazione degli incidenti stradali 2019”, studio realizzato dall’Aci che analizza i 36.526 incidenti (1.143 mortali), con 1.257 decessi (il 39,6% del totale) e 58.535 feriti, avvenuti su circa 55.000 chilometri di strade della rete viaria principale. L’indice di mortalità medio su questa rete è pari a 3,4 morti per 100 incidenti. In autostrada i veicoli industriali – autocarro (anche leggero), autotreno o autoarticolato, motrice – sono coinvolti nel 20,4% degli incidenti, una percentuale significativamente inferiore rispetto al 2018. Gli spostamenti e le partenze nei fine settimana incidono in modo particolare: giugno e luglio i mesi con la maggiore incidentalità (rispettivamente 10,1% e 10% del totale). Il venerdì è il giorno in cui si verificano più incidenti (14,9%). Dalle 18 alle 20 le ore più critiche. L’indice di mortalità, tuttavia, risulta più elevato a marzo (4,6 decessi ogni 100 incidenti), mese che si colloca al secondo posto anche per numero di morti (135) dopo giugno (147).

Prendendo come riferimento l’anno 2010, gli incidenti sulla rete primaria sono diminuiti del 22,1% (media Italia -19%), i morti del 24,4%, (media Italia -22,9%). Rispetto al 2018, invece, gli incidenti sono diminuiti del 2,1% (-779) e i decessi del 6,9% (-93). Le autostrade urbane si confermano quelle con la maggiore densità di incidenti a causa degli elevati flussi di traffico e della pluralità di mezzi diversi. La penetrazione urbana della A24 (13,2 incidenti/chilometro), la Tangenziale Nord di Milano nel tratto Monza e della Brianza (10 incidenti/chilometro) e la Diramazione di Catania A18 dir (9,4 incidenti/chilometro) sono le strade sulle quali si verificano più incidenti, mentre per la rete autostradale la media nazionale è di 1,2 incidenti/chilometro. Per le strade extraurbane, dove la media nazionale è di 0,6 incidenti/chilometro, il triste primato spetta alla Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga nei tratti in provincia di Milano (8,3 incidenti/chilometro) e in provincia di Monza e della Brianza (7,6 incidenti/chilometro) e alla Strada statale 131 dir – Carlo Felice in provincia di Cagliari (7,2 incidenti/chilometro).

Sulle strade extraurbane gli utenti vulnerabili rappresentano una quota molto elevata dei decessi, in aumento rispetto allo scorso anno: il 33,8% (1 morto su 3) è ciclista, “dueruotista” o pedone. Nel 20,4% dei casi è deceduto un motociclista (257), nel 9,1% un pedone (115) e nel 4,2% un ciclista (53). Rispetto al 2018 i pedoni morti sono in diminuzione (erano 137, pari al 10,2%), mentre i ciclisti morti aumentano (erano 39, pari al 3%). Rispetto al totale dei morti per modalità di trasporto, i pedoni sono il 21,5%, i ciclisti il 21% (era il 17,4% nel 2018) e i “dueruotisti” il 32,7%. I motociclisti sono coinvolti nel 18,6% degli incidenti stradali; i ciclisti nel 3,9%. L’indice di mortalità delle due ruote (sia motocicli che biciclette) è molto più elevato di quello delle quattro ruote: 3,6 morti ogni 100 mezzi coinvolti in incidente, rispetto all’1,3 delle auto. Al vertice delle tratte più pericolose per le due ruote la Strada statale 1 Aurelia in Liguria, il Grande raccordo anulare di Roma, la Strada statale 16 Adriatica in provincia di Rimini, la Strada statale 18 Tirrena-Inferiore in provincia di Salerno, la Strada statale 249 Gardesana Orientale in provincia di Verona, la Strada statale 145 Sorrentina in provincia di Napoli, la Strada statale 6 Casilina in provincia di Roma, la Tangenziale Est-Ovest di Napoli.

Tra le strade dove si registrano un numero particolarmente elevato di investimenti di pedoni: Aurelia, Casilina, Tirrena Inferiore, Via Tiburtina Valeria e Tosco Romagnola. Nel 2019 si è verificato più di un investimento mortale sulla Strada statale 7 quater via Domiziana nel comune di Mondragone, sulla Strada statale 16 Adriatica nel comune di Bari, sulla Strada statale 4 Salaria nel comune di Montelibretti, ma anche sul Grande Raccordo Anulare di Roma. Rispetto al 2018, nel complesso, le strade nelle quali gli incidenti sono diminuiti in modo consistente sono: Strada statale 313 di Passo Corese, in provincia di Rieti, Strada statale 186 di Monreale, Strada statale 254 di Cervia, in particolare in provincia di Forlì-Cesena, Strada statale 211 della Lomellina nella tratta in provincia di Novara: la diminuzione degli incidenti è stata almeno del 45% e non si sono verificati eventi mortali.

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