Sequestrati beni per 700 mila euro a condannato per droga

Redazione

Palermo - Le indagini nell'ambito dell'operazione Railway

Sequestrati beni per 700 mila euro a condannato per droga
Sigilli a una villa con piscina e 2 appartamenti siti a Carini, 2 rapporti finanziari e 3 autovetture

07 Novembre 2020 - 11:09

Il Tribunale di Palermo – Sezione misure di prevenzione, su richiesta della Procura della Repubblica, ha emesso un provvedimento di sequestro di immobili, rapporti bancari e autovetture nei confronti di Khemais Lausgi, 32 anni, per un valore di circa 700 mila euro, eseguito dai finanzieri del Comando Provinciale di Palermo. L’uomo è un pluripregiudicato resosi responsabile di numerosi gravi reati, fra i quali l’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, oltre al furto aggravato, commesso in concorso con altri nel dicembre 2006 (per il quale è stato condannato alla pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione) e la ricettazione commessa da ottobre 2006 a gennaio 2007 (condannato alla pena di 10 mesi di reclusione con pena sospesa).

Le indagini dei finanzieri del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, condotte nell’ambito dell’operazione Railway, dimostrarono il suo ruolo di vertice di un gruppo criminale dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti operante nel quartiere “Zen 2” tra giugno 2011 e marzo 2016. Per tali fatti ha riportato una condanna in primo grado alla pena di 10 anni e 8 mesi di reclusione.

Attualmente Lausgi è detenuto agli arresti domiciliari, dopo aver trascorso due anni in carcere per i reati di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti commesso nel settembre 2016 e violenza sessuale commessa nel settembre 2018, per i quali è in attesa di primo giudizio. La Procura, tenuto conto di tali condotte, ha delegato accertamenti economico-patrimoniali agli specialisti del Gico, che hanno evidenziato una significativa sproporzione, pari a oltre 580.000 euro, tra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati nel tempo. Sulla scorta di tali accertamenti, il Tribunale ha quindi ritenuto che i beni oggetto del sequestro (una villa con piscina e 2 appartamenti siti a Carini, 2 rapporti finanziari e 3 autovetture) fossero in concreto nella disponibilità dell’uomo e costituissero il reimpiego di guadagni provenienti dalle attività illecite.

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