Furti al Museo Diocesano: “Responsabile non era un nostro dipendente”

Redazione

Cronaca - La precisazione dall'Arcidiocesi

Furti al Museo Diocesano: “Responsabile non era un nostro dipendente”
L'Arcidiocesi di Monreale ha voluto precisare che il responsabile dei furti al Museo non è mai stato un dipendente

11 Giugno 2020 - 15:23

In riferimento alla notizia dei furti perpetrati ai danni del Museo Diocesano di Monreale, da parte di quello che dalle prime notizie era apparso come un ex dipendente, è arrivata la precisazione della Diocesi monrealese.

“Si precisa – si legge in una nota – che il responsabile dei reati accertati dai carabinieri non è mai stato dipendente dell’Arcidiocesi di Monreale, ma da oltre un ventennio collaborava come professionista per i restauri, la custodia del deposito e l’allestimento di varie mostre di arte sacra. Appena si è avuto il sospetto, anche su segnalazione di alcuni privati, della non affidabilità del professionista, si è provveduto ad interrompere con lo stesso ogni rapporto di collaborazione, di interdirgli l’accesso ai depositi e a sporgere denuncia ai Carabinieri, con i quali si è avuto un rapporto di piena collaborazione per tutte le indagini”.

“Oggi a conclusione di questo lavoro investigativo – si legge ancora nella nota – l’Arcidiocesi di Monreale ringrazia i carabinieri della Stazione di Monreale, supportati dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, per la solerte e complessa attività che ha permesso di individuare il responsabile del trafugamento, il quale, contestualmente, sostituiva alcuni oggetti sacri preziosi con copie di modico valore custoditi nel Museo e nel Duomo di Monreale. A tale riguardo, infatti, il 16 ottobre 2019 l’Arcivescovo di Monreale Michele Pennisi, ha nominato una Commissione di indagine interna con il compito di accertare l’integrità dei beni culturali custoditi nei depositi e la loro corretta inventariazione, da cui è scaturita la denuncia degli ammanchi e delle sostituzioni costruite ad hoc”.

“Anche se non direttamente connesso con tali eventi – conclude la nota – ma per una direttiva della Conferenza Episcopale Italiana, per una maggiore tutela e valorizzazione dei beni culturali degli Enti ecclesiastici dell’Arcidiocesi, grazie ai contributi della Cei derivanti dall’8×1000 alla Chiesa Cattolica sì è provveduto a istallare e potenziare i sistemi di allarme ed è in corso la revisione della catalogazione dei beni culturali ecclesiastici e la loro inventariazione informatizzata per una maggiore collaborazione con la Cei e gli Enti Pubblici”.

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