Bambini utilizzati per lo spaccio, maxi operazione della polizia: 18 gli arrestati

Redazione

Palermo - Palermo

Bambini utilizzati per lo spaccio, maxi operazione della polizia: 18 gli arrestati
Con l’operazione “Push Away” la polizia ha smantellato una capillare rete dello spaccio, attiva sulle strade del quartiere palermitano

28 Settembre 2019 - 12:40

Con l’operazione “Push Away” la polizia ha smantellato una capillare rete dello spaccio, attiva sulle strade del quartiere palermitano di Borgo Vecchio. Decine le persone arrestete dai poliziotti del commissariato “Centro” che nella mattinata odierna, con il coordinamento della Squadra Mobile di Palermo, hanno eseguito a loro carico un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Palermo. Dovranno rispondere a vario titolo del reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, nonchè di produzione, traffico e detenzione di stupefacenti.

Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia a partire dal 2017, hanno documentato centinaia di episodi di cessioni di hashish e marijuana ed hanno radiografato la vita di alcune zone del quartiere popolare di Borgo Vecchio, dove, con allarmante semplicità, era possibile reperire la droga su strada.

Le indagini hanno consentito di delineare l’esistenza di un’associazione a delinquere di spacciatori, composta da tre livelli verticistici e tra loro comunicanti, strumentali al funzionamento della stessa, che operavano sotto l’egida della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio: collettori con grossisti, confezionatori e rifornitori di pusher e pusher stessi. E’ stata messa in luce l’esistenza di un forte vincolo associativo tra i sodali, testimoniato dall’esistenza di una cassa comune, dalla rigorosa ripartizione di ruoli in seno all’organizzazione, dall’uso di un linguaggio criptico con cui chiamare la droga e dall’esistenza di “regole” ed indicazioni con la codifica addirittura di vere e proprie sanzioni per chi “sgarrasse”.

É emerso, inoltre, in corso di indagine, nel contesto delle due coppie di coniugi che gestivano lo smercio di droga, anche il ruolo di rilievo assunto dalle mogli, “ragionierie” dell’associazione, deputate alla logistica e, all’occorrenza, capaci di bonificare velocemente l’ambiente domestico quando fosse ipotizzabile un controllo delle forze dell’ordine. Da rilevare, inoltre, come i nuclei familiari non si facessero scrupolo di utilizzare anche minorenni, per trasportare la droga.

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