Stop alle attività: il comune sfratta il centro anziani

Redazione

Cronaca - Monreale

Stop alle attività: il comune sfratta il centro anziani
Il presidente domani, formalmente, consegnerà le chiavi del centro al sindaco Arcidiacono

01 Agosto 2019 - 13:15

“Mi rendo conto che ogni amministrazione è spesso rimasta succube di una maglia burocratica che avvilisce ogni intento politico più o meno nobile. Oggi siamo a stupirci del fatto che circa 360 persone soci del centro aggregativo anziani comunale vengano sbattute fuori da una struttura che sulla carta può contenere appena 50 soci e in tale modo si impediscono attività sociali che rendono un po’ più movimentata e interessante la vita degli ultrasessantenni monrealesi nell’intento di trascorrere qualche ora del loro tempo socializzando e incontrandosi convivialmente”.

Sono queste le parole del presidente del cento Silvano Intravaia che domani, formalmente, consegnerà le chiavi del centro aggregativo anziani al sindaco Alberto Arcidiacono. La storia non è recente. Anzi. Già la passata amministrazione, guidata da Piero Capizzi si era trovata questa “grana”. Ed era stata sempre rimandata. Fino all’inevitabile fine. “Non è vero – dice l’ex sindaco Piero Capizzi – che non avevamo fatto nulla per il centro. Anzi. Eravamo riusciti a farlo diventare un centro modello per tutta Monreale”. Ma la determina di sgombero, però, è stata firmata durante il suo mandato. “Il centro era stato fortemente voluto ai tempi del sindaco Toti Gullo, quando io ero presidente del consiglio comunale – dice Capizzi – e quando ero sindaco avevamo programmato importanti interventi di sistemazione. Ho come l’impressione che questa città stia andando indietro e non avanti”.

Oggi, però, c’è un’unica certezza: i locali che ospitano il centro aggregativo non sono idonei allo svolgimento di queste attività e soprattutto non possono ospitare più di 50 persone. Per dovere di cronaca bisogna anche dire che i locali si trovano al di sotto del complesso scolastico della scuola Antonio Veneziano e che prima ospitavano parte della biblioteca e dell’archivio comunale. Ovviamente a causa dell’allocazione e per il fatto che non siano parecchio grandi, poco si prestano a scopi associativi che abbiano grosse affluenze.

Come specifica l’attuale sindaco di Monreale Alberto Arcidiacono: “Non abbiamo fatto altro che prendere atto di un’ordinanza di chiusura ereditata dalla vecchia amministrazione – dice il primo cittadino – I locali vanno chiusi per motivi di sicurezza. Oltre al fatto che non possono contenere tutte queste persone, qui c’è un problema di impianto elettrico. Abbiamo fatto una serie di sopralluoghi esplorativi e stiamo cercando di capire come intervenire. Non solo per ripristinare al più presto l’impianto elettrico, ma anche per capire una nuova disposizione dei locali per consentire l’ingresso a più persone. Nel frattempo stiamo anche cercando altre soluzioni logistiche, magari reperendo dei nuovi locali da dare al centro aggregativo. Vedremo”.

La mancanza di fondi necessari per eventuali adeguamenti non ha reso possibile la vera fruizione dei locali e mai nessun funzionario si prenderà la briga di firmare un atto che possa consentire l’uso di luoghi potenzialmente pericolosi ad un elevato numero di persone. Il presidente Intravaia, dal canto suo, ha più volte sollecitato una serie di incontri con l’amministrazione Arcidiacono, ma non ha mai ricevuto alcuna risposta o segnale di dialogo, stando a quello che racconta lui. E mostra i documenti ricevuti a partire dallo scorso gennaio con cui il comune di Monreale diffidava gli anziani del centro aggregativo ad attivarsi per l’organizzazione di riunioni o manifestazioni all’interno dei locali del centro poiché venivano riscontrate delle irregolarità che rendono di fatto inagibile il locale.

Lo stesso presidente si trova di conseguenza costretto a interrompere il tesseramento per l’anno 2019 e le attività nel centro verranno sospese da domani. Questo centro comunale ha una ormai lunga storia di eventi, di incontri, di serate da ballo e di momenti di convivialità che hanno interessato tanti monrealesi e che sono sicuramente legati profondamente al territorio. Bisognerebbe capire se oggi la nuova compagine politica vorrà trovare una soluzione, dei locali migliori e è un vero dialogo, piuttosto che disperdere l’esperienza di una concreta azione sul tessuto sociale.

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