Truffa sui fondi europei: 22 indagati. Sequestro da 450 mila euro

Redazione

Palermo - L'operazione

Truffa sui fondi europei: 22 indagati. Sequestro da 450 mila euro
A dare esecuzione al provvedimento del Gip, i finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo

05 Luglio 2019 - 08:47

Sono 22 le persone denunciate dalla Guardia di Finanza, nell’ambito dell’operazione Vinegar coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo su una truffa riguardante l’ottenimento di finanziamenti europei concessi dall’Assessorato delle Risorse Agricole e Alimentari della Regione Siciliana. I finanzieri del nucleo di polizia economico – finanziaria hanno anche eseguito un provvedimento di sequestro del Gip di circa 450mila euro del Consorzio Agrario di Palermo S.c.a.r.l., nonché del suo ex rappresentante legale G.T., residente a Palermo, e di altre società e persone fisiche a vario titolo coinvolte in una truffa riguardante l’ottenimento di finanziamenti concessi dall’Assessorato delle Risorse Agricole e Alimentari della Regione Siciliana.

Le indagini delle Fiamme Gialle hanno riguardato la realizzazione di due distinte attività progettuali, denominate “Aceto Salutistico Siciliano” (A.SA.SI.) ed “Andromeda”, ricadenti nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) Sicilia 2007/2013 e, in particolare, della misura 124, finalizzata al sostegno ai progetti di cooperazione per il trasferimento, verifica e collaudo dell’innovazione finalizzata alla competitività delle imprese agricole. Il progetto doveva servire a realizzare una speciale tipologia di aceto, mentre il progetto Andromeda consisteva nella creazione di un prototipo sperimentale per la produzione di energia elettrica e termica mediante un cogeneratore diesel da alimentare attraverso olio vegetale puro. Il valore complessivo delle iniziative ammonta a 1.673.374 euro, a valere sul Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale, sul bilancio nazionale e sul bilancio regionale siciliano.

Nella fase dell’elaborazione progettuale, i partner responsabili delle attività sono ricorsi all’utilizzo di preventivi artefatti o “di comodo” utili a pilotare l’affidamento dei servizi ad imprese ad essi stessi riconducibili attraverso legami societari trasversali, vincoli di parentela e rapporti di amicizia. Attraverso budget di spesa gonfiati ad hoc i partner coinvolti sono riusciti non solo ad assicurarsi l’affidamento dei vari servizi e forniture, ma hanno anche massimizzato l’ammontare dei contributi percepibili.

Anche la fase realizzativa dei progetti è stata oggetto di sovrafatturazioni e altre condotte ingannevoli nella fornitura dei servizi amministrativi, del materiale di consumo, delle attività divulgative e nella realizzazione dell’impianto prototipale. Per esempio, nel progetto invece dell’acquisto di normale vino, successivamente da trasformare in aceto mediante l’aggiunta di sostanze speciali, è stato acquistato direttamente quest’ultimo prodotto, al quale sono state poi aggiunte sostanze “polifenoliche” che avrebbero dovuto trasformare il liquido in parola in una sorta di condimento speciale di ultima generazione: l’“aceto salutistico siciliano”.

I costi del personale impiegato nello svolgimento delle varie attività progettuali sono stati rendicontati impropriamente da partner diversi rispetto a quelli che hanno provveduto alla loro effettiva liquidazione. Attraverso l’emissione di fatture false relative a costi mai sostenuti, oltre all’ottenimento degli rimborsi non dovuti, è stato abbattuto il reddito imponibile ai fini delle imposte dirette e dell’Iva. Le somme transitate sui conti correnti dei fornitori tornavano al pagatore attraverso “prestiti infruttiferi” oppure mediante il pagamento di assegni bancari, incassati dopo circa due anni dal termine delle attività progettuali, ovvero solo successivamente ai controlli svolti dai militari.

Attraverso le indagini in capo all’ex rappresentante legale del Consorzio, insieme ad altri 21 soggetti (persone fisiche e giuridiche, tra i quali fornitori, partner e capofila dei progetti) è stato possibile accertare una truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche per 311.363 euro, nonché una frode fiscale per un importo complessivo di 134.818 euro. Agli enti giuridici coinvolti, in relazione al reato di truffa aggravata, è stata contestata anche la responsabilità amministrativa degli enti dipendente da reato.

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