Depistaggio strage di via D’Amelio, indagati per calunnia due magistrati

Redazione

Palermo - Palermo

Depistaggio strage di via D’Amelio, indagati per calunnia due magistrati
L'indagine ipotizza il reato di concorso in calunnia aggravato dall'avere favorito Cosa Nostra

12 Giugno 2019 - 08:55

Svolta nell’inchiesta sul depistaggio della Strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. La Procura di Messina, ha iscritto nel registro degli indagati Carmelo Petralia ed Annamaria Palma, gli ex Pm in servizio nel pool che indagò sulla strage. I due sarebbero indagati per il depistaggio dell’inchiesta. L’indagine, che ipotizza il reato di concorso in calunnia aggravato dall’avere favorito Cosa nostra, è condotta dal procuratore di Messina Maurizio De Lucia.

Annamaria Palma attualmente è avvocato generale a Palermo, mentre Petralia ricopre la carica di procuratore aggiunto a Catania. Nell’ipotesi accusatoria, in concorso con i tre poliziotti sotto processo a Caltanissetta, Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, avrebbero depistato le indagini sulla strage. Un depistaggio definito clamoroso nella sentenza di primo grado del processo Borsellino quater, costato l’ergastolo a sette innocenti.

Il reato contestato ai magistrati e ai funzionari di polizia è la calunnia: i Pm e i poliziotti avrebbero imbeccato tre falsi pentiti, costruiti a tavolino tra cui Vincenzo Scarantino, suggerendo loro di accusare falsamente dell’attentato persone ad esso estranee. Ai magistrati si contesta, oltre all’aggravante di avere favorito Cosa nostra, anche l’aggravante che deriva dal fatto che dalla calunnia è seguita una condanna a una pena maggiore di 20 anni.

A Palma e Petralia è stato notificato dalla Procura di Messina, che indaga in quanto è coinvolto un magistrato in servizio a Catania, un avviso di accertamenti tecnici irripetibili. Stesso avviso è stato notificato ai sette condannati ingiustamente: Cosimo Vernengo, Gaetano La Mattina, Gaetano Murana, Gaetano Scotto, Giuseppe Urso e Natale Gambino, persone offese dal reato. Tranne Urso e Gambino, che non hanno nominato legali, gli altri sono difesi dagli avvocati Rosalba Di Gregorio e Pino Scozzola. ANSA

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