Quando Jim Belushi arrivò a Monreale per girare un film. Trent’anni dopo non è cambiato nulla

Roberto Chifari

Cronaca

Quando Jim Belushi arrivò a Monreale per girare un film. Trent’anni dopo non è cambiato nulla

04 Febbraio 2019 - 09:42

Sono passati quasi trent’anni da un episodio che solo chi ha qualche capello bianco ricorderà. Trent’anni dall’uscita del film di Francesco Rosi: “Dimenticare Palermo”, girato tra il capoluogo e Monreale. Uno dei tanti film che si inquadra nel filone delle pellicole dedicate alla mafia che, purtroppo segneranno gli anni Novanta e Duemila. In ogni caso il film vuole essere una denuncia del traffico di droga tra gli Stati Uniti e la Sicilia.

In una sorta di sovrimpressione tra Palermo, disegnata quasi come una terra di confine dove si spara anche in pieno giorno, e New York dalla doppia faccia ammaliante ma pericolosa. Jim Belushi (Carmine Bonavia) protagonista della pellicola arriva in Sicilia per il suo viaggio di nozze con Carrie Rogeres (l’attrice Mimì Rogers), in un’isola disegnata da Rosi in tutta la sua crudezza. Rosi non risparmia nulla allo spettatore e scrive una sceneggiatura tanto cruda quanto forte, che Belushi porta sullo schermo cercando di trasmettere quella visione che un americano può avere della Sicilia. Nel film c’è anche un cameo per Vittorio Gassman, nei panni di un nobile decaduto e decadente. Belle – come sempre d’altronde – le musiche del maestro Ennio Morricone.

Ma veniamo al film perché guardando la pellicola viene il sospetto che dal passato non si apprenda nessun insegnamento. Non tanto per come sia stata disegnata la Sicilia di quegli anni, ma perché dovremmo capire da dove siamo partiti e dove siamo oggi.

Monreale diventa set chiave per girare alcune scene che faranno da contraltare a quelle girate a Palermo. Nonostante Monreale sia il sesto comune d’Italia per estensione territoriale, tutto si gira intorno al Duomo. Sarà un caso? No, eppure non mancherebbero scorci da sfruttare tra le campagne monrealesi per girare un film. Ma probabilmente ai monrealesi manca la visione di insieme e nel Duomo vedono le fortune e le sfortune del proprio paese.

La prima scena chiaramente è stata girata all’interno del chiostro dei Benedettini al Duomo. Un’altro set diventa piazza Guglielmo II, dominata dalle auto e dai taxi. Le altre scene sono state girate in una Monreale non molto diversa da quelle di oggi. Il set a cielo aperto è piazza Vittorio Emanuele all’interno dello storico bar della piazza, diverse angolazioni fanno vedere una Monreale ferma nel tempo, dove nulla sembra essere cambiato rispetto ad oggi: la stessa confusione e la stessa anarchia che regna sovrana. E da qui nasce una riflessione: sono passati 29 anni dall’uscita nelle sale del film, ma quanto è cambiata Monreale ad oggi? Niente, zero. Tutto è rimasto immutato.

Nel frattempo Monreale è entrata con Palermo e Cefalù tra i patrimoni Unesco e le auto sono ancora lì a due passi dal Duomo (almeno su questo Palermo ha fatto passi da gigante pedonalizzando intere strade e piazze). A Monreale invece, nessuna amministrazione in questi anni si è imposta per tutelare il centro storico e per farlo diventare – tutto e dico tutto – pedonale. E allora un film fa riflettere perché sembra che dal passato non si impari proprio nulla.

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