“Frammenti di storie”, la personale di pittura di Francesca Guetta a Monreale

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“Frammenti di storie”, la personale di pittura di Francesca Guetta a Monreale

29 Novembre 2018 - 14:13

“Frammenti di storia e colori fra esuberanze pop e riflessioni umane”, è il titolo della mostra personale dell’artista Francesca Guetta. La mostra a cura di Giampaolo Trotta è patrocinata dal Comune di Monreale e sarà esposta dal 6 al 20 dicembre presso il Complesso Monumentale Guglielmo II – Sala Pietro Novelli.

Nei quadri esposti di Francesca Guetta, è evidente il richiamo – per cromie e gestualità del segno – alla Pop Art, sia di matrice americana che italiana e a quella che fu definita la risposta europea all’arte popolare americana, vale a dire al Nouveau Réalisme, e, in particolare, a quello interpretato da Arman con le sue “accumulazioni”. Vi sono, però, delle sostanziali differenze, che conducono l’arte della Guetta ad un’assoluta originalità. La sua opera – altamente concettuale e legata a temi sociali ed universali – è un vero e proprio percorso catartico per il raggiungimento di un’autocoscienza culturale. Paradigmatica, in tal senso, è la serie legata al tema del caffè: il prezioso chicco, veduto nelle sue molteplici valenze economiche e sociali.

L’uso di frammenti fotografici è ricorrente in varie sue opere, secondo una tradizione del collage d’origine futurista, il cui dinamismo è anche qui sottolineato dai colori decisi e talvolta squillanti. Ne è paradigmatico esempio la serie Omaggi a Michelangelo. Un discorso simile può essere fatto sull’altra serie di Omaggi al Futurismo, dove frammenti di foto esplodono ‘futuristicamente’ in dinamiche pirotecniche in assoluta libertà di ascendenza “marinettiana”. Nella serie seguente dal gioioso dinamismo solare si passa ad una statica riflessione celante ombre e drammi universali: è quella sulla Shoah. Un omaggio, questo, ad uno dei maggiori drammi che ha ferito la storia umana, ma che in Francesca Guetta non si tinge dei colori dell’odio o della vendetta, bensì degli accenti della memoria. Così, fra bagliori di spigolosi triangoli di fili spinati, fra squarci di scritti che divengono icone immortali, tra lacerti di casacche di uomini ridotti allo stato vegetativo, Guetta ci riconduce alla concretezza della realtà priva di retorica.

Valenze diverse possiamo individuare nell’altra serie di opere per lo più polimateriche ed astratte: schegge policrome disseminate su un ruvido fondale fatto di resine, di gessi, di sabbie e di terre, che si mescolano a lacerti di lamine d’alluminio rilucenti. Ancora diverso è il contenuto che possiamo vedere in Homage to George Michael, paradigmatico esempio di quelle sue opere ispirate alla musica leggera, memori della Cracking Art, della Pop Art e del Graffitismo. Una valenza differente, infine, nell’ultima serie, Naturalia, che risponde a più canonici stilemi della pittura ad acrilico ed è ispirata alla natura. Una pittura per masse cromatiche dalle quali deriva la forma figurata dei fiori stessi, in un’esplosione vulcanica di rutilante gestualità.

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