Avvocato, sindaco e onorevole all’Ars: l’ascesa politica di Salvino Caputo

Redazione

Cronaca

Avvocato, sindaco e onorevole all’Ars: l’ascesa politica di Salvino Caputo

04 Aprile 2018 - 17:14

Lui di destra lo è sempre stato. Fin dai suoi primi approcci alla politica con la militanza nel Movimento Sociale Italiano. La sua prima volta nel 1994, quando venne eletto nella lista di Alleanza democratica. Dopo con An prima e il Partito della Libertà poi, ha attraversato ben quattro legislature. Alternando il suo impegno politico a Sala d’Ercole a quello di sindaco del suo paese, Monreale, che ha guidato due volte, dal 26 giugno 1994 all’8 giugno 1998 e poi dal 13 dicembre 1999 al 28 giugno 2004.

Voci di corridoio dicono che stava pensando di riprovarci per la terza volta, alle prossime elezioni del giugno 2019. Il viaggio di Salvino Caputo, avvocato penalista, mai assessore ma fra i volti più noti della politica di Palazzo dei Normanni, sembrava essersi interrotto nel giugno del 2013 quando decadde dall’Assemblea in seguito a una condanna per tentato abuso d’ufficio: da primo cittadino monrealese, secondo i giudici, cercò di fare annullare alcune multe quando era sindaco. Fu la prima applicazione della legge Severino in Italia. Malgrado il processo in corso, qualche mese prima, Caputo era stato scelto come componente della commissione antimafia dell’Ars. L’appello confermò la sentenza del tribunale, e l’ex An rimase ai margini della vita politica malvolentieri, attendendo il momento per un difficile rientro. Nel frattempo, finì pure dentro l’inchiesta che ha visto protagonista il manager palermitano Faustino Giacchetto: secondo l’accusa, Giacchetto aveva finanziato in modo illecito la campagna elettorale di Caputo del 2008. Ma il caso si è risolto con una prescrizione.

L’occasione del rientro, a Salvino Caputo, l’hanno fornita, all’inizio del 2017, i colonnelli siciliani di Salvini. Alessandro Pagano, coordinatore della Sicilia occidentale del Carroccio e adesso coinvolto nell’inchiesta, lo ha voluto come commissario “straordinario ed unico” per i Comuni della provincia di Palermo. Lui, Caputo, spiegò la sua scelta con un fatto di “passione”. E via, verso una nuova avventura culminata solo qualche mese fa, alle Regionali, non con la propria candidatura – impedita dalla legge – ma con quella del fratello Mario, anche lui avvocato. Ma nel collegio di Palermo, nella lista della Lega, i Caputo hanno dovuto cedere il passo ad Antonino Rizzotto. Per entrambi i salviniani monrealesi, adesso, l’onta dei domiciliari.

(Fonte Repubblica.it)

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