“Ora questi bambini devono diventare visibili”. Inizia così la giornata emozionante all’istituto Antonio Veneziano dal titolo “Giù le mani dai bambini”. La frase è stata scritta e pronunciata da un bambino di prima media. Sono 108 i bambini uccisi dalla mafia. E l’obiettivo del progetto “Giù le mani dai bambini”, è quello di non far dimenticare queste giovani vite spezzate. Alla manifestazione hanno preso parte i genitori del piccolo Claudio Domino, ucciso senza pietà nel 1986. Claudio ha 11 anni e sta giocando di fronte la cartolibreria della mamma a Palermo. Un uomo in moto lo chiama: “Claudio!”, il bambino si avvicina e lui gli spara un colpo di pistola in fronte. Diverse furono le ipotesi sollevate sul movente, ma alla fine è emerso che Claudio aveva visto confezionare alcune dosi di eroina in un magazzino. Era divenuto un testimone scomodo da far tacere in fretta.

Emozionante la testimonianza del padre che con ironia e determinazione ha coinvolto i ragazzi. La mamma, Graziella Accetta, ha letto una lettera immaginaria che Claudio scrive dal cielo il giorno del suo compleanno. Mentre gli alunni che hanno preso parte all’incontro hanno letto dei pensieri scritti su Claudio e sui bambini uccisi dalla mafia. I 300 pensieri scritti dagli studenti, sono stati conservati all’interno di una scatola e donati ai genitori di Claudio. Commovente anche il racconto di Massimo Sole, fratello di Gianmatteo, giovane geometra che venne prima torturato e poi bruciato a 23 anni. La sua colpa? Conoscere il figlio di un boss. L’evento a cui hanno preso parte la dirigente scolastica Beatrice Moneti e Claudio Burgio, presidente dell’Osservatorio per lo Sviluppo e la Legalità “Giuseppe La Franca”, è stato reso possibile grazie al lavoro dei docenti Francesca Panno, Rosa Gullo e Giovanni Pillitteri.