Piero Capizzi è senza maggioranza. E il Pd è sempre più spaccato

Redazione

Cronaca

Piero Capizzi è senza maggioranza. E il Pd è sempre più spaccato

12 Gennaio 2018 - 09:47

Due le cose importanti che sono emerse nel corso del consiglio comunale che si è tenuto ieri. E che ha visto il consiglio bocciare, almeno parzialmente, la proposta dell’amministrazione comunale sul tentativo di presentare un nuovo piano di riequilibrio per evitare il dissesto. La prima è quella che Piero Capizzi non ha più una vera maggioranza. La seconda è che il Pd è sempre più spaccato con la presa di posizione di Ignazio Davì (a favore del sindaco) contro il segretario Manuela Quadrante e Sandro Russo (che hanno dichiarato di voler aderire al nuovo piano di riequilibrio se, e solo se, Capizzi avesse presentato dimissioni in caso di esito negativo). Facciamo però ordine.

Nel corso della seduta Piero Capizzi ha spiegato le ragioni del perché il consiglio comunale avrebbe dovuto dire “sì” alla proposta: il tentativo di presentare un nuovo piano di riequilibrio ed evitare il dissesto. A dare un giudizio negativo il consigliere Giuseppe Guzzo che, badate bene, non lo ha fatto per partito preso o perché si deve fare sempre e comunque opposizione (d’altronde insieme alla collega Antonella Giuliano hanno votato in maniera positiva anche alcuni atti presentati dalla maggioranza). Ma Guzzo spiega le motivazioni: “Non capisco perché quando la Corte dei Conti ha dato al comune la possibilità di rimodulare il piano bocciato entro 120 giorni avete rinunciato – dice Guzzo – Questa volontà di aderire al piano mi sembra più che altro la volontà di salvare chi questo dissesto lo ha causato, un’amministrazione che non è stata in grado di portare avanti un piano facendoselo bocciare. Mi chiedo cosa cambierà aderendo al nuovo piano se poi coloro che sono stati accusati di essere incapaci saranno sempre gli stessi. Questa amministrazione lasci il compito ai commissari”.

Di parere negativo, ma che poi ha disertato l’aula al momento del voto, Giuseppe Romanotto: “Siamo in una situazione paradossale perché entro giorno 18 gennaio dovremmo dichiarare il dissesto finanziario a seguito delle due sentenze ricevute – dice Giuseppe Romanotto – e invece oggi (ieri per chi legge, ndr) ci troviamo a deliberare su una cosa che a noi non sarà consentita. Sarebbe stato opportuno, invece, portare al consiglio comunale le due delibere della Corte dei Conti per capire tante cose”.

Si allarga, invece, la spaccatura del Pd. Perché mentre Sandro Russo e il segretario Manuela Quadrante scelgono di votare “sì” solo se sul tavolo Capizzi consegni le dimissioni in caso di bocciatura del nuovo piano di riequilibrio, Ignazio Davì si schiera al fianco del primo Cittadino: “Il dato della Corte dei Conti va accettato – dice Davì – ma grazie alla nuova Finanziaria si apre una strada tortuosa che sicuramente può essere percorsa con il massimo della convinzione e delle forze. Questo atto diventa un’opportunità”. Davì sarà l’unico dei suoi a rimanere in aula. Ora il segretario Quadrante dovrà riflettere su un gruppo che appare ancora di più spaccato. Rischia altrimenti, di rimanere il segretario di se stessa. Stasera la nuova votazione. Appare tutto come una formalità. Basteranno dieci consiglieri (ieri 14 presenti alla votazione, con 13 favorevoli). Ma Capizzi ha capito che è quasi da solo.

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