La nuova vita del monrealese Salvo Campanella, dal dramma al sogno dei campionati nazionali

Redazione

Cronaca

La nuova vita del monrealese Salvo Campanella, dal dramma al sogno dei campionati nazionali

07 Gennaio 2018 - 11:51

Lui si chiama Salvo Campanella. La sua storia è molto conosciuta a Monreale. Ha 43 anni e 5 anni fa ha perso l’uso delle gambe in un incidente. Ma non si è abbattuto o chiuso in casa. E’ rinato, ha iniziato una nuova vita, salendo a bordo di una handbike, la bici che funziona con la forza delle mani, resa celebre dal pilota di formula 1 Alex Zanardi. Salvo ha concesso una intervista a LiveSicilia. Noi vi riportiamo un estratto.

“Lo sport per me è vita – dice a LiveSicilia Salvo – Prendo la bici con ogni tempo, perché mi fa stare bene. Mi libera dai brutti pensieri, mi scarica. Faccio sempre lo stesso giro, passando da viale Dell’Olimpo, dallo Zen… Allo Zen, spesso mi fermano: “Cucì, tuttapposto, ti serve niente”? Quanto sa essere solidale Palermo dove nessuno la guarda… Altri mi chiedono: “Scusa, quanto vuschi di pensione”? In realtà sono invalido all’ottantadue per cento. Per il cento per cento, avrei dovuto essere un vegetale”. E Salvo ride di gusto, davanti agli intricati nonsensi della burocrazia e della primitiva curiosità della miseria, quando intercettano il dolore.

Nella sua intervista Salvo ricorda anche quel terribile incidente di 5 anni fa: “Sono caduto nella metropolitana di Catania, mentre lavoravo, e ho sbattuto la schiena. Ho capito subito tutto. Ho chiamato mia moglie: “Amore, ti ricordi la maratona di New York che ho sempre sognato? Mi sa che la potrò affrontare in handbike”. Lei è stata grande. E’ rimasta un attimo in silenzio. Ha sussurrato: “Vengo a trovarti presto, amore mio”.

La forza di un uomo, dunque, che non si è arreso e ha saputo ricominciare. E spiega come trova la forza di andare avanti: “L’ho sempre avuta dentro. Due anni prima dell’accaduto, avevo partecipato alla maratona di Siracusa, da normodotato, perché sono stato sempre uno sportivo. Sono quarantadue chilometri, non è mica uno scherzo. Mentre correvo, c’erano accanto a me dei ragazzi in handbike. Pensavo: che coraggio che hanno, chissà se io avrei lo stesso spirito indomito. Quando mi è successo ero, in un certo senso, già pronto. Ero calmo. E sono stato fortunato, potevo morire schiacciato nel volo. Sono stato ricoverato a Catania, ho bruciato le tappe della riabilitazione. Sono tornato a Palermo, a Villa delle Ginestre, mi sono messo in handbike. E non mi sono fermato più”.

Per Salvo, passi in avanti di Palermo, grazie anche alle pedonalizzazioni, per rendere migliore la vita dei disabili. Poi racconta i progetti per il futuro: “Abbiamo una squadra paralimpica di handbike, si chiama “Il vento in faccia” e ci stiamo allenando per partecipare ai campionati nazionali di marzo. Speranze? Chissà, confidiamo in un buon piazzamento. Nel frattempo faccio un corso di cucina, mi sto impegnando molto”.

salvo-campanella1 salvo-campanella2

Altre notizie su monrealepress

Autorizzazione del Tribunale di Palermo N. 621/2013

Direttore Responsabile Giorgio Vaiana
redazione@monrealepress.it