Mafia, l’arcivescovo Pennisi: “I mafiosi si convertano e collaborino con la giustizia”

Redazione

Cronaca

Mafia, l’arcivescovo Pennisi: “I mafiosi si convertano e collaborino con la giustizia”

10 Ottobre 2017 - 11:09

L’arcivescovo di Monreale Michele Pennisi ha parlato dopo la Giornata di preghiera per la conversione dei mafiosi, organizzata nella diocesi di Locri-Gerace (Calabria), con l’agenzia di stampa vaticana. Per monsignor Pennisi, il contrasto a ogni forma di mafia è diventato un tratto distintivo del suo episcopato.

“La Chiesa deve vigilare affinché l’esercizio del ministero di annuncio della misericordia di Dio non sia strumentalizzato dal mafioso, ad esempio durante la sua latitanza, e non si configuri, di fatto, come copertura o favoreggiamento di quanti hanno violato e talvolta continuano a violare la legge di Dio e quella degli uomini. Nel caso del mafioso, la conversione comporta un impegno fattivo affinché sia debellata la struttura organizzativa della mafia”. Ha detto in un intervista monsignor Pennisi.

“La conversione – continua l’Arcivescovo – non potrà certo ridare la vita agli uccisi, ma comporta comunque un impegno fattivo affinché sia debellata la struttura organizzativa della mafia, fonte costante di ingiustizie e violenza, anche con l’indicazione all’autorità giudiziaria di situazioni e uomini, che se non fermati in tempo, potrebbero continuare a provocare ingiustizie”.

“Papa Francesco – aggiunge il prelato – coinvolge nello stesso atto di condanna ‘ndrangheta, mafia, camorra, sacra corona unita e altre forme di criminalità organizzata di stampo mafioso. Il Santo Padre vuole sottolineare che, oltre alla commissione di specifici delitti, è l’essere di per se stesso un mafioso che costituisce un delitto e necessita di una pena canonica: la privazione dei funerali religiosi, la scomunica”.

“È compito della Chiesa sia aiutare a prendere consapevolezza che tutti, anche i cristiani, alimentiamo l’humus dove alligna e facilmente cresce la mafia, sia indurre al superamento dell’attuale situazione attraverso la conversione al Vangelo, capace di creare una cultura antimafia fondata sulla consapevolezza che il bene comune è frutto dell’apporto responsabile di tutti e di ciascuno”.

“Alla comunità cristiana si richiedono dei gesti originali che portino a una prevenzione dei reati collegati col fenomeno mafioso impegnandosi per la diffusione di una cultura della legalità e all’educazione a non fare del denaro e della ricerca smodata del potere gli idoli a cui sacrificare tutto a partire dalla vita delle persone”.

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