La materna di via Polizzi: la ristrutturazione mai fatta e i verbali che inguaiano il comune

Redazione

Cronaca

La materna di via Polizzi: la ristrutturazione mai fatta e i verbali che inguaiano il comune

04 Ottobre 2017 - 09:57

“I lavori della Commissione d’inchiesta sono stati caratterizzati da un’acquisizione documentale assolutamente deficitaria in quanto assolutamente non favorita dagli organi preposti: dirigenti, funzionari, segretario comunale, nonché Sindaco, avrebbero dovuto adoperarsi per fornire pieno accesso documentale, cosa che non è avvenuta”. Lo dice il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Fabio Costantini, che torna sulla vicenda della scuola materna Polizzi di Pioppo.

La vicenda della scuola materna di Pioppo, inizia nel marzo 2005 quando in un verbale di una seduta di circoscrizione si leggeva: “Il Consigliere Lo Coco Stefano chiede di verificare la situazione del plesso scolastico di Via Polizzi che versa in pessime condizioni e di quello di Via Provinciale che è quasi un ghetto”. E veniva posta in considerazione la proposta di locazione dell’immobile di proprietà della Edil Pioppo, dove c’è l’attuale materna, che veniva votata e accolta all’unanimità.

“Cronologicamente – spiega Costantini – fa seguito al pronunciamento del Consiglio di Circoscrizione di Pioppo, una nota dell’ufficio tecnico di Monreale, con la quale sembra che abbia preso avvio tutto l’iter che ha poi condotto, nel corso del tempo, alla chiusura della scuola di via Polizzi ed alla locazione dei locali di Via Provinciale 46, noti e più volte definiti come “Locali Ciolino. Peccato che questa documentazione, più volte chiesta, non sia stata fornita da quest’amministrazione, tantomeno da nessuno dei suoi dipendenti”.

Dopo l’offerta dei locali privati pervenuta al Consiglio di Circoscrizione di Pioppo, il voto favorevole di tutti i suoi membri, la nota dell’Ingegnere Cassarà nella quale presumibilmente si palesano problemi legati alla struttura pubblica adibita a scuola materna, l’amministrazione ritiene di dover procedere con la pubblicazione di un bando per la ricerca di locali nel territorio di Pioppo, da adibire a Scuola. Si giunge così, il 29 giugno del 2006, al verbale di aggiudicazione del bando nel quale si richiedeva il reperimento di locali da adibire a scuola, senza per altro specificare se ci si riferisse a locali idonei ad una scuola dell’infanzia o ad una scuola primaria. L’amministrazione riceve un unico plico proprio da parte della Edil Pioppo. Dalle risultanze parrebbe che non vi fosse effettivo riscontro tra le risultanze catastali dell’immobile offerto in locazione (locali Ciolino) e la richiesta specifica dei locali contenuta nel bando oggetto di pubblicazione (nel bando veniva richiesta una disponibilità di locali non inferiore a 6 e non superiore a 9), ma dalle risultanze catastali pare che l’immobile, poi locato, avesse una disponibilità di 3-4 aule. “I certificati storici di destinazione d’uso, espressamente richiesti dal sottoscritto, non sono stati prodotti dagli uffici – dice Fabio Costantini – Dagli stessi si sarebbero potuti verificare i requisiti in possesso dall’offerente e la conformità dei locali alle normative prescritte per la sicurezza. Avremmo infatti voluto verificare che l’alternativa dei locali privati non fosse avvenuta con requisiti di sicurezza magari inferiori a quelli che si paventavano per la scuola di via Polizzi”.  Il comune affitta lo stesso i locali per il periodo 27/01/2007 – 27/01/2013 con l’onere conosciuto ai più di euro 66.000 annui.

Il 20 gennaio 2012 giunge un finanziamento da parte del Cipe di 80.000 euro, sufficiente all’epoca ad effettuare tutti gli interventi manutentivi necessari che potrebbero esser risolutivi per l’annosa questione che ha coinvolto la scuola di via Polizzi. Tutto ciò se non fosse che il 26 giugno 2012 viene presentata, dall’ingegnere Cassarà, una richiesta di trasferimento dell’utenza scolastica della scuola materna in altri locali dichiarando che gli interventi eseguiti sono stati solo degli interventi tampone e che si necessita di consolidamento definitivo con la presentazione di un progetto da 135.000 euro (la relazione tecnica è stata reperita tra i documenti). “Non si comprende come in tale circostanza si sia dichiarata l’assenza di interventi sulle strutture portate e portanti dell’edificio e come si sia potuta indicare la chiusura dell’edificio senza che siano intervenuti nuovi fattori o nuove risultanze, basandosi sui sopralluoghi del 2006 e del 2009 e ignorando volutamente l’intervento di consolidamento apportato alla struttura e che ancora oggi è evidentissimo e visibile da chiunque visiti la struttura – spiega ancora Costantini – Inoltre appare condivisibile, anche agli occhi dei non esperti, la dichiarazione dell’architetto Cangemi che, in sede di ispezione dei locali della scuola materna, ha dichiarato come gli interventi di consolidamento/puntellamento apportati al piano cantinato, certamente sovradimensionati rispetto alle esigenze, abbiamo creato le condizioni perché la struttura potesse potenzialmente sopportare addirittura il carico di tre piani fuori terra. In sede di audizione l’ingegnere Cassarà ha dichiarato che non sono state fatte le prove di carico che queste avrebbero dovuto far seguito all’esecuzione degli interventi tampone, con conseguente deposito dei relativi calcoli presso il Genio Civile. Ma questa dichiarazione è in contrasto con quanto affermato dallo stesso nella documentazione, poiché si attesta che “non è stata effettuata alcuna opera sulle strutture portanti e portate dell’edificio” rinnegando di fatto lo svolgimento dei lavori avvenuti e di cui si è trovata traccia anche attraverso l’esame visivo durante il sopralluogo che la Commissione ha effettuato presso il sito della Scuola materna”.

Eppure nel 2012 sono fatte indagini strutturali effettuate dalla Ditta GeoTec Snc le quali hanno evidenziato che “nel corso delle prove la struttura non ha subito lesioni, deformazioni o dissesti che compromettano in qualsiasi modo la stabilità dell’opera”. La relazione tecnica della ditta porta alla conclusione che “in linea generale nell’edificio scolastico non si sono individuate, di punto di vista statico, criticità importanti tali da compromettere la fruizione dell’immobile”. La Commissione ha rilevato come si trovino in antitesi le conclusioni tratte dalla ditta incaricata di effettuare le indagini e le dichiarazioni di alcuni tecnici comunali intervenuti nel corso delle audizioni. Arriviamo all’11 luglio 2012. Sindaco è Filippo Di Matteo che, con un’ordinanza, dispone la chiusura della scuola. Lo stesso sindaco dispone prima il recesso del contratto di locazione dei “Locali Ciolino”, per poi giungere ad un rocambolesco ribaltamento di situazione revocando lo stesso recesso che egli stesso aveva disposto. “Chiederò agli organi inquirenti della Procura della Repubblica di verificare che le giunte municipali non abbiano subito condizionamento alcuno – dice Costantini – in considerazioni di fattori casuali che possono essersi verificati, non tralasciando anche i tempi nei quali si sono verificate alcune situazioni fino anche a verificare le campagne elettorali del tempo, anche non cittadine. È importante verificare e fugare ogni dubbio sulla possibilità che vi possano esser stati condizionamenti o forme di scambio che possano aver influito sulle scelte dell’amministrazione. Mi preme evidenziare l’inerzia riscontrata durante i lavori della commissione da parte dell’amministrazione Capizzi. Il sindaco ha dichiarato alla Commissione che era in corso la progettazione e che si stava procedendo col computo dei lavori da effettuare necessari al ripristino della scuola di via Polizzi, sciorinando addirittura un’anticipazione su quelle che dovrebbero essere le risultanze di un progetto eseguito dall’architetto Zuccaro, che avrebbe portato ad un computo metrico di circa 600 mila euro. Ma questa cosa è stata smentita proprio dall’architetto Zuccaro che ha affermato che allo stato non ci sono le premesse per una stima e che ha precisato che dopo la predisposizione dello studio di fattibilità (risalente all’anno 2016) non le è stata data alcuna ulteriore direttiva per poter proseguire il lavoro di progettazione, indirizzando invece ad altra attività la sua risorsa”.

Lo stesso architetto Zuccaro ha fatto un sopralluogo precisando che non ci sono problemi o criticità strutturali e che l’immobile sarebbe stato immediatamente fruibile a seguito dei lavori di ristrutturazione da lei previsti. Insomma, la scuola di via Polizzi non andava chiusa: “Bastavano delle semplici prove di carico (i cui costi sarebbero stati contenuti nell’ordine di poche migliaia di euro) – dice Costantini – Le risorse “attratte” dai locali privati, avrebbero senz’altro consentito di conservare al meglio la struttura di via Polizzi, valorizzandola, riqualificandola e restituendola alla popolazione di Pioppo”.

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