Silvio Russo: “Le mie parole travisate. C’è chi vuole sempre mettere zizzania”

Redazione

Cronaca

Silvio Russo: “Le mie parole travisate. C’è chi vuole sempre mettere zizzania”

15 Luglio 2017 - 18:15

L’onda lunga della crisi tra il Partito Democratico e il sindaco Piero Capizzi non si ferma. Il Primo Cittadino, nonostante gli appelli alla calma del commissario straordinario Antonio Rubino, ha revocato le deleghe ai tre assessori del Pd, Nadia Battaglia, Filippo Madonia e Rosario Li Causi. Una frattura che, al momento pare insanabile. La causa scatenante, le parole di Silvio Russo, componente della Direzione Provinciale del Pd che, pur non criticando l’evento di Dolce & Gabbana, aveva usato parole forti nei confronti del Primo Cittadino. E Capizzi avrebbe chiesto a Rubino una sorta di aut aut, del tipo o Russo o me. Lo stesso Russo in questi giorni è stato in silenzio assoluto, mentre altri si affollavano tra comunicati e dichiarazioni. Oggi arriva la replica. Che Russo affida ad una lunghissima lettera inviata anche alla nostra redazione.

“Mi stupisco che un mio articolo, improntato tutto sull’eguaglianza sociale, abbia potuto scatenare un casus belli tra me e il sindaco Piero Capizzi – dice Russo – dovuto ad una cattiva interpretazione di un sostantivo che per effetto di una fantasiosa decodificazione da parte di coloro i quali hanno alimentato sin dagli inizi, e continuano a farlo, tensioni per far scoppiare una improbabile crisi politica. Eppure sin dalle prime battute ho posto in evidenza che Piero è forse il sindaco più capace che questa cittadina abbia mai avuto. Ma si sa i seminatori di zizzania sono sempre all’opera e da sempre lavorano per alimentare discutibili polemiche per avvantaggiarsene. Questa volta hanno messo la pulce al Sindaco Capizzi travisando il contenuto del mio articolo. Non ho mai sostenuto che Piero “ha svenduto la dignità dei monrealesi” per questo credo che lo spropositato atto del primo cittadino sia frutto di infedeli interpretazioni fornitegli”.

Per Russo, “volendo stilare un bilancio della ormai dibattuta kermesse, cioè quella che ha visto protagonisti indiscussi gli stilisti Dolce & Gabbana, e volendo utilizzare un linguaggio contabile direi che il bilancio si è chiuso a pareggio. Certo, è vero, l’evento è stato unico nel suo genere, irripetibile ed indubbiamente ha messo in risalto alcuni luoghi del patrimonio artistico, della nostra cittadina monrealese. Ma è anche vero che non ha coinvolto il mondo dell’imprenditoria e dell’associazionismo monrealese che avrebbero potuto raccontare le tradizioni culturali e popolari della nostra cittadina, avrebbero potuto raccontare il nostro territorio con tutte le sue sfaccettature culturali ed enogastronomiche. In termini di impatto mediatico sarebbe stato un grande risultato”.

Poi Russo si chiede: “L’evento che tanto ha fatto discutere in questi ultimi giorni quale messaggio ha lasciato ai nostri giovani? Ed ai nostri concittadini? Non vorrei fosse passato il messaggio che, come giustamente analizzato, chi possiede il denaro ha più diritti di chi non ne ha. Il Sindaco ha impiantato una crisi politica traendo dal mio elaborato un solo sostantivo: dignità. Sinonimo di questo sostantivo è nobiltà e di certo i monrealesi sono tutti uomini nobili, di animo, non aristocratici ed in tal senso è stato da me utilizzato il termine dignità. Perché non c’è nulla di nobile nell’essere superiore a un altro uomo soprattutto quando si mette in risalto la propria ricchezza”.

Russo, però, avrebbe voluto disctere con il sindaco e con tutti coloro che sono sensibili a queste tematiche di quanto esposto in termini di eguaglianza sociale, quei temi che ad ogni singolo monrealese sia esso ricco o povero sono tanto cari, perché “il Pd, che a Monreale ha forti radici di sinistra, non si dimentica di chi vive nel disagio sociale. Davo per scontato – conclude – che ogni commento vertesse solamente sul piano politico, non volevo di certo essere in alcun modo di offesa alla persona. Passato l’evento i problemi posti rimangono ed é l’ora che ci si interroghi sui temi posti dai due intellettuali monrealesi”.

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