Monreale, era legato a Cosa Nostra, confisca da 300 milioni agli eredi dell’imprenditore Buttita

Redazione

Cronaca

Monreale, era legato a Cosa Nostra, confisca da 300 milioni agli eredi dell’imprenditore Buttita

07 Luglio 2017 - 09:50

I Carabinieri del Gruppo di Monreale hanno dato esecuzione al decreto di confisca di beni, emesso dal Tribunale di Palermo, Sezione I Penale Misure di Prevenzione, nei confronti degli eredi di Salvatore Buttitta, definito “Il re delle cave” di Bagheria, morto il 12 agosto del 2008.

La misura trae origine dalle attività investigative, svolte dai militari del Nucleo Investigativo di Monreale, che hanno portato alla: cattura dell’allora latitante Salvatore Rinella, avvenuta il 6 marzo 2003, capo del mandamento mafioso di Trabia; emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in data 16 febbraio 2006 da parte del Gip presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, che ha consentito di disarticolare la famiglia mafiosa trabiese con l’arresto di numerosi affiliati e favoreggiatori.

Come riferito dai collaboratori di giustizia Angelo Siino, Giacomo Greco e Antonino Giuffrè, Salvatore Buttita, benché non formalmente affiliato a “cosa nostra”, era personaggio legato a Bernardo Provenzano, nel cui interesse svolgeva l’attività imprenditoriale. Sulla scorta delle indagini patrimoniali svolte dai Carabinieri che, tra il 2007 ed il 2013 hanno individuato e sottoposto a sequestro gran parte del patrimonio di Buttita, si è giunti alla confisca di un ingente patrimonio mobiliare ed immobiliare, il cui valore è stimabile in circa 300 milioni di euro. I beni confiscati sono: 2.300 particelle catastali riferite ad unità immobiliari site nei comuni di Altavilla Milicia, Altofonte, Bagheria, Belmonte Mezzagno, Bolognetta, Caccamo, Casteldaccia, Santa Cristina Gela, Santa Flavia, Termini Imerese, Trabia, Palermo e Polizzi Generosa; 9 società attive nei settori, dell’agricoltura, edile, del trasporto, etc.; 81 automezzi, mezzi d’opera e di cantiere; 29 conti correnti; 8 libretti di deposito al risparmio; 2 cassette di sicurezza; 2 rapporto titoli; 2 polizze assicurative.

“Giova evidenziare – spiegano i militari – che il sequestro di parte dei beni effettuato nel novembre del 2008, subito dopo la morte di Salvatore Buttita, fu il primo caso, in ambito nazionale, di applicazione della normativa prevista dal “Pacchetto Sicurezza”, della legge 24.07.2008 numero 125, che prevedeva la proponibilità del sequestro e della confisca anche nei confronti degli eredi”.

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