Mafia, Totò Riina gravemente malato, la Cassazione: “Diritto a morte dignitosa”

Redazione

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Mafia, Totò Riina gravemente malato, la Cassazione: “Diritto a morte dignitosa”

05 Giugno 2017 - 18:36

La Cassazione apre al differimento della pena per il capo di Cosa Nostra Totò Riina. Il boss ormai ottantaseienne, ha diverse patologie gravi. Per la Cassazione il “diritto a morire dignitosamente” va assicurato ad ogni detenuto e lo “spessore criminale” va verificato visto l’età avanzata e le gravi condizioni di salute. Su queste indicazioni, il tribunale di Bologna dovrà adesso decidere sulla richiesta dell’avvocato del boss. Richieste fino ad ora sempre respinte.

Il difensore di Totò Riina, ha chiesto il differimento della pena o la detenzione domiciliare. Lo scorso anno il tribunale di sorveglianza di Bologna, aveva respinto la richiesta, non ritenendo incompatibile l’infermità fisica con la detenzione in carcere. Decisione che secondo la Cassazione non è stata motivata.

La Cassazione sottolinea che il giudice deve verificare e motivare “se lo stato di detenzione carceraria comporti una sofferenza ed un’afflizione di tale intensità” da andare oltre la “legittima esecuzione di una pena”. Sempre secondo la Cassazione dalla decisione del giudice non emerge in che modo si è giunti a ritenere compatibile “il mantenimento in carcere, in luogo della detenzione domiciliare, di un soggetto ultraottantenne affetto da duplice neoplasia renale, con una situazione neurologica altamente compromessa”, che non riesce a stare seduto ed è esposto “in ragione di una grave cardiopatia ad eventi cardiovascolari infausti e non prevedibili”.

Il Collegio aggiunge riguardo “l’altissima pericolosità” e l’indiscusso spessore criminale”, che il tribunale non ha chiarito “come tale pericolosità “possa e debba considerarsi attuale in considerazione della sopravvenuta precarietà delle condizioni di salute e del più generale stato di decadimento fisico”.

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