Le opere del monrealese Rocco Micale per lo spettacolo dei Kaiorda

Redazione

Cronaca

Le opere del monrealese Rocco Micale per lo spettacolo dei Kaiorda

01 Dicembre 2016 - 14:53

Musica, teatro e danza sono glie elementi che si fondono in “Mythos”, il viaggio musicale che i Kaiorda portano in scena al Teatro Lelio di Palermo (via Antonio Furitano) domani venerdì 2 dicembre alle 21,30. La struttura dello spettacolo vedrà alternarsi racconti emozionanti e canzoni sia originali che tratte dal repertorio popolare, che accompagneranno le varie danze. Il testo è di Elisa Taormina, le musiche scritte, orchestrate e arrangiate dai Kaiorda. Ma c’è anche un po’ di Monreale nello spettacolo messo in scena dai Kaiorda. Per la realizzazione delle scenografie infatti, sono state utilizzate alcune opere dell’artista monrealese Rocco Micale.

“Mythos” si presenta come una vera e propria avventura. Un viandante sta per intraprendere un viaggio che lo porterà lontano dalla sua Isola: non ha più le forze per restare in una terra che ama, ma che lo costringe a lasciarla. Come in un sogno il viandante, si ritrova a seguire le trame di personaggi e miti di un passato antichissimo che è a lui sconosciuto, e che è tuttavia immanente nei luoghi familiari in cui è nato e cresciuto.

Il primo filo lo conduce al mito delle Grandi Madri Demetra e Kore e al grano simboleggiato da Kore stessa, che a ogni primavera rinasce lasciando il suo sposo negli inferi. Il filo si dispiega poi con la storia delle tre ninfe che generarono la Sicilia e con Colapesce che regge ancora una delle sue colonne. Il viaggio continua con il mito del dio Pan che spaventava i passanti nei meriggi. Esso personifica il panico come quella condizione in cui l’uomo perde contatto con la natura stessa e la parte di Sé più intima e vera. La nutrita schiera dei miti legati alle divinità della natura (fauni, ninfe, nereidi) che popolavano i boschi e le acque è rappresentata, nello spettacolo, dal mito di Aci e Galatea, raccontato da Ovidio che certamente conosceva il Ciclope innamorato dell’Idillio XI di Teocrito.

In seguito, il racconto conduce il viandante alla sibilla lilibetana, mitica fondatrice di Palermo che, vittima di un Dio che la voleva per sé, divenne solo una voce indovina che dava consigli agli uomini. Il viaggio ha termine con la dea Atena che tutela gli eroi e che è lei stessa tessitrice delle trame della vita. Ella mostra come l’uomo, pur lasciando la propria terra, nonostante il suo viaggiare, può sempre sentire l’appartenenza, se questa è divenuta radice forte, creata dalla storia di ognuno e dalla storia che lega tutti nel culto della propria Origine.

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