Anello ferroviario, apertura prevista nel 2030

Redazione

Palermo

Anello ferroviario, apertura prevista nel 2030
Il Comune dall'inizio dell'anno ha già inviato tre diffide alla stazione appaltante Rfi per rescindere il contratto con Tecnis per le gravi inadempienze

06 Aprile 2016 - 16:39

Il cantiere è partito ufficialmente nel settembre del 2014 con il posizionamento delle transenne in piazza della Pace. Diciotto mesi dopo, sono i sindacati a lanciare l’allarme “è stato realizzato meno del 10 per cento dell’opera”. Di questo passo spiegano, il taglio del nastro dell’Anello ferroviario avverrà nella primavera del 2030.

I residenti e i commercianti di via Emerico Amari, piazza Castelnuovo, viale Lazio e via Sicilia, avvisano i sindacati, hanno subito solo disagi, senza alcuna garanzia sul rispetto del cronoprogramma originario. I lavori, avrebbe dovuto concludersi dopo tre anni, nell’autunno del prossimo anno.

“Se continua così senza l’aiuto e il sostegno del Comune, ci restano due o tre mesi e poi chiudiamo – dichiara Franco Giglio, titolare del locale “Risto-Cibus gusti di Sicilia” a Repubblica – Ho tentato di far comprendere all’amministrazione che siamo a un passo dalla chiusura, ma è stato inutile. Sarò costretto a licenziare i miei 14 dipendenti”.

Trenta addetti divisi nei quattro siti, devono vedersela con una trivella che si è rotta e la carenza di materiale. Dei doppi turni chiesti dal Comune e del sabato lavorativo nessuna traccia. L’unica differenza è che gli stipendi arretrati dei lavoratori in parte sono stati pagati. Servono almeno quattro milioni di euro per far ripartire la produzione nei cantieri. “Non è pensabile che oggi il cantiere possa autofinanziarsi con il pagamento degli stati avanzamento lavori (Sal) – dicono da Rfi – Anche perché negli ultimi mesi la produzione è stata pressoché vicina allo zero e gli stadi maturati non coprono le esigenze del cantiere. Ci vorranno almeno altri due mesi per riprendere il cantiere a pieno regime”.

All’amministrazione giudiziaria di Tecnis arriva l’ultimatum di Rfi sulla ripresa del cantiere: o l’azienda entro inizio giugno riesce ad incassare i crediti che avanza per lavori già eseguiti, oppure rescissione del contratto. “Fino a quando Tecnis non avrà la liquidità necessaria per richiamare dalla cassa integrazione i sessanta lavoratori previsti dal cronoprogramma – continuano da Rfi – Il cantiere continuerà in queste condizioni. Senza contare che in questa fase dell’opera è necessario avere un’enorme quantità di cemento che i fornitori difficilmente concederanno a Tecnis sulla parola”.

La crisi finanziaria dell’azienda e il commissariamento, l’arresto dei proprietari, l’interdizione antimafia (revocata due settimane fa), il sequestro delle quote societarie e l’amministrazione giudiziaria in poco più di sei mesi hanno di fatto bloccato i quattro stralci di cantiere. Il Comune dall’inizio dell’anno ha inviato tre diffide ad Rfi per rescindere il contratto per le gravi inadempienze di Tecnis. I sindacati sperano nel miglioramento delle condizioni finanziarie di Tecnis: il loro interesse è che i lavori vadano avanti garantendo i posti di lavori.

“Siamo in pochi e i lavori procedono a rilento, ma in questo momento – dice Francesco Piastra, segretario generale della Fiom Cgil di Palermo – Tutti gli attori di questa partita devono giocare nella stessa squadra. Se Tecnis abbandona è un dramma per i lavoratori, per i cittadini e per il Comune”.

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