Questione forestali, Russo (Flai Cgil): “Reimpiegare meglio le risorse umane”

Redazione

Cronaca

Questione forestali, Russo (Flai Cgil): “Reimpiegare meglio le risorse umane”
“Crocetta fa solo caccia alle streghe e l’allontanamento dei piromani è un atto dovuto”

04 Aprile 2016 - 17:15

Sono quasi 23 mila i forestali in Sicilia che si occupano della manutenzione dei boschi e dello spegnimento degli incendi. Equivalgono, come impegno di spesa a circa 6.500 lavoratori a tempo indeterminato e su questo ad oggi aleggia molta confusione tanto che il clamore nazionale di questi giorni solleva una indignazione e sgomento davvero molto esagerato.

Facile parlare di mafia e di delinquenza tra questo spaccato di persone che spesso sono impegnati a sbancare il lunario, perché ciò che non si dice è che nella realtà molti di loro percepiscono in un anno circa 6.000 euro quando svolgono attività per soli 78 giorni di impiego. C’è allora chi si arrangia come può, facendo il muratore o il cameriere alla giornata, ma c’è anche qualcuno di loro che ha una piccola impresa commerciale magari intestata a qualche altro familiare. Oppure chi non riesce a trovare un vero lavoro stabile e dignitoso che garantisca un salario tale da non vendersi alla malavita. Non è facile di certo e quando hai una famiglia, quando i tuoi figli cercano di emulare lo stile di vita di classi sociali più abbienti tutto questo porta la gente alla disperazione.

Noi abbiamo voluto sentire però la voce ufficiale del Sindacato Flai Cgil con chi si occupa a livello regionale del coordinamento del settore Forestale cioè di Tonino Russo che è anche Segretario provinciale della stessa sigla sindacale. Rispetto alle esternazioni del presidente Crocetta Russo afferma che la caccia alle streghe è solo sensazionalismo giornalistico e l’allontanamento di piromani e condannati è un atto dovuto. Storicamente la Cgil ha un passato contraddistinto da sindacalisti che hanno fatto della lotta alla mafia un vessillo e che in più casi ha loro cagionato la morte.

Russo ribadisce che è importante fare opportune correzioni e indica anche una strada progettuale di cui si sta facendo carico da tempo. La Sicilia per il comparto forestazione spende tanto quanto la Campania che però ha circa 7.000 addetti a tempo indeterminato, soltanto che in questa nostra terra si è deciso di parcellizzare le ore lavorative con una formula di lavoro anomala. La Flai Cgil ha lavorato in questi anni per la chiusura di queste liste di operai che nel 1995 vedevano iscritti più di 45.000 lavoratori per arrivare a 35.000 nel 2005 e oggi a circa 23.000 unità. C’è da fare notare che, a causa della legge Fornero, non è stato più possibile fare uscire molti di questi soggetti poiché si stimava che avrebbero raggiunto un numero massimo di circa 17.000 persone.

Tonino Russo traccia la sua politica del lavoro per questi braccianti affermando che “il lavoro forestale non è uno spreco, perché si configura come un intervento a carattere sociale che deve essere assolutamente a carico della Pubblica Amministrazione, giacché il controllo del territorio boschivo, la sua manutenzione, la bonifica dei dissesti idrogeologici, la lotta alla desertificazione sono tematiche focali di una regione”.

Ci indica anche come rendere produttivo e remunerativo questo tipo di impiego quando sostiene che “i lavoratori potrebbero essere impiegati per la produzione di energia con biomasse per esempio convertendo le caldaie delle Pubblia amministrazione contribuendo a fare diminuire le emissioni di anidride carbonica, impiegando quindi maggiormente questa manovalanza nella riconversione dello scarto boschivo, e realizzando una vera economia di scala”. E laddove non bastasse ci sarebbe da prendere in considerazione lo sfruttamento del filone floro/vivaistico e della filiera del legno.

Sarebbe inoltre interessantissimo professionalizzare molte risorse umane, orientandoli al Turismo Ambientale poiché in Sicilia abbiamo ben 73 Riserve e 3 Parchi più un vasto numero di aree attrezzate che bisognano di controllo, di guide, di manutenzione, di realizzazione e sistemazione dei percorsi e nelle quali parecchie di queste unità lavorative potrebbero essere impiegate a tempo determinato producendo reddito.

Oggi ciò di cui realmente si sente la necessità è la presenza di una guida a capo di una programmazione regionale, più oculata e che sia in grado di cambiare lo scenario socio economico verso una configurazione meno assistenzialistica e sempre più qualificata e stabile. Il tema del controllo del territorio è fondamentale per la collettività e non più per i soli addetti ai lavori. Non possiamo più accettare che sia merce di scambio per la dignità delle persone e per il futuro delle nuove generazioni.

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