Vive nelle acque costiere tropicali e subtropicali di tutto il mondo ed è uno dei rari casi in cui una tartaruga della specie Chelonia mydas, nota come tartaruga verde, è arrivata in Sicilia. Soccorsa dalla Capitaneria di porto di Avola, l’esemplare si trova sotto osservazione nei laboratori del Centro di monitoraggio e controllo delle tartarughe marine e cetacei dell’istituto Zooprofilattico di Palermo.
I veterinari, dopo le analisi del Dna, necessarie per confermarne la specie, la sottoporranno alle indagini diagnostiche. La tartaruga è di modeste dimensioni: pesa quasi 7 chili, lunga 30 centimetri ed è dotata di un guscio largo e levigato. Le sue condizioni di salute sono buone. Contano di reimmetterla nel suo habitat naturale dopo che verrà aiutata a liberarsi dalla plastica che ha ingerito.
La Chelonia mydas è una specie a rischio di estinzione ed è inserita nella lista rossa della Iucn (International Union for Conservation of Nature), organismo internazionale che supervisiona gli esemplari protetti. A causa del riscaldamento marino, raramente sono state trovate tartarughe di questa specie nel Mediterraneo, dove continuano a essere uccise per la loro carne e le loro uova. Il numero viene ridotto anche da incidenti traumatici provocati da barche e reti da pesca. Il loro stile di vita è simile a quello delle Caretta caretta, dalle quali differiscono soprattutto per la colorazione del guscio, per le imponenti migrazioni, anche di 2000 chilometri, che gli adulti compiono in gruppo e per le grosse dimensioni che possono raggiungere.
“Il Centro di monitoraggio dello Zooprofilattico, nato nel 2013, è un grande osservatorio di tutte le coste siciliane, che tiene sotto controllo la situazione epidemiologica relativa agli spiaggiamenti – spiega Santo Caracappa, responsabile del Centro e direttore sanitario dell’Istituto –. Quella di oggi è una tartaruga rara da avvistare nei nostri mari e per questo il suo ritrovamento è di estrema importanza”.
“Per salvare questi bellissimi esemplari è necessario intervenire prima che le loro condizioni siano gravi. Il Centro ha già raggiunto ottime percentuali in termini di recupero, ma si può fare ancora di più”, dice Salvatore Seminara, commissario straordinario dell’Istituto Zooprofilattico.
“Continuate a contattarci – concludono Caracappa e Seminara – Il monitoraggio delle carcasse assume un importante interesse epidemiologico per il controllo della diffusione delle malattie infettive e diffusive. Bisogna continuare a sensibilizzare la popolazione”. Per segnalare il ritrovamento di tartarughe in difficoltà il numero verde è 800620266.