A Piana degli Albanesi raccolta dei rifiuti “nella bufera”: le carte finiscono in Procura

Redazione

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A Piana degli Albanesi raccolta dei rifiuti “nella bufera”: le carte finiscono in Procura
L’opposizione attacca l’amministrazione: “Non si può continuare a lavorare in emergenza”

15 Febbraio 2016 - 10:20

Le carte, alla fine, sono finite in Procura. Ma anche all’assessore regionale Vania Contrafatto. Che dovranno rispondere alle sollecitazioni dei consiglieri comunali di opposizione. Oggetto del contendere la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti che, a detta dei consiglieri di opposizione, “presenta gravissime irregolarità”.

Tutto nasce da un’interrogazione consiliare presentata e alla quale il sindaco Vito Scalia non ha mai risposto. Da qui, in pratica, i consiglieri di opposizione hanno agito in maniera autonoma, scrivendo all’ispettorato per la Funzione Pubblica a Roma, al dipartimento Affari interni e territoriali a Roma, alla Procura di Palermo, al prefetto di Palermo, all’assessore ai rifiuti Vania Contrafatto, all’assessorato Regionale Autonomie Locali e Funzione Pubblica, al dipartimento Autonomie Locali di Palermo, ai Carabinieri di Piana.

Da oltre un anno, cioè dal fallimento dell’Ato Pa2, la gestione dei rifiuti è stata affidata in via diretta, con l’ex articolo 191. Servizio che è continuato per 13 mesi a 60 mila euro al mese “in palese violazione e dunque contra legem dello stesso art. 191 del D.lgs. 152/2006 che permette, in casi di eccezionale urgenza, attraverso ordinanza del sindaco di derogare alle regolari procedure d’appalto, per brevi periodi, cioè fino a mesi sei, ma non consente di reiterare tale ordinanza per più di due volte”, si legge nella nota dell’opposizione.

Invece il sindaco di Piana degli Albanesi ha firmato l’ordinanza per 5 volte, facilmente consultabili sull’albo pretorio del comune (Ordinanza Sindacale n. 02 del 03/02/2015, Ordinanza n. 05 del 6/03/2015, Ordinanza n. 06 del 31/03/2015, Ordinanza n. 08 del 30/04/2015, Ordinanza n. 09 del 1/06/2015).

Altro punto che contesta l’opposizione è lo smaltimento dei rifiuti presso il Comune da parte della ditta, visto che pare che la ditta incaricata dal Comune utilizzerebbe alcuni mezzi non di loro proprietà e non registrati nella lista dei mezzi autorizzati che per legge devono essere inseriti all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, e che per lo meno non risultano registrati fino alla data dell’8/02/2016. A volte, come fanno sapere gli stessi consiglieri di opposizione, i rifiuti vengono abbandonati per più giorni all’interno del deposito rifiuti che si trova all’interno del comune stesso.

“Questo è un fatto gravissimo e vietato dalla legge, perché ovviamente i rifiuti depositati a terra all’aperto producono percolato, che non trova alcuna via d’uscita, se non i terreni non coltivati a valle del deposito – dicono i consiglieri -. Anche di questi fatti, oltre alle segnalazioni verbali fatte da alcuni consiglieri sottoscritti alla Stazione dei Carabinieri e al Comando della Polizia Municipale di Piana degli Albanesi, esiste ampia ed abbondante documentazione fotografica”.

Ma non finisce qui. Perché ci sono dubbi anche sulle assunzioni del personale da parte di questa ditta esterna che effettua il servizio a Piana, visto che “non si conoscano le tipologie contrattuali e che svolge il servizio senza che si sappia se vengano adottate le minime misure di sicurezza per gli operatori quali: abbigliamento antinfortunistico – vaccinazioni periodiche ecc…”. La palla adesso passa alla Procura.

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