Un monrealese esporrà in una Galleria d'Arte a Milano

Redazione

Cronaca

Un monrealese esporrà in una Galleria d'Arte a Milano
Rocco Micale con le sue opere alla OpenArt di corso Buenos Aires dal 19 giugno al 19 luglio

18 Gennaio 2016 - 00:00

Ci sarà un po’ di Monreale a Milano a partire dal 19 giugno, con taglio del nastro alle ore 18.30 e fino al 19 luglio. Il monrealese Rocco Micale, infatti, inaugurerà la sua mostra personale “SpiRituale/digitale 1.0.” presso OpenArt Milano in pieno centro storico, in corso Buenos Aires, 77. Rocco torna a Milano dopo aver vinto il concorso organizzato dalla Galleria d’Arte nella sezione  “Fotografia e digital Art”. La biografia di Rocco Nasce a Palermo, il 26 Marzo 1968. Ha studiato scenografia e si è specializzato in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo e la Facultad de Bellas Artes San Carlos di Valencia. Insegna presso l’Accademia di Belle Arti “Michelangelo” di Agrigento e da alcuni anni è curatore del settore pubblicità e immagine per il Comune di Monreale. Negli ultimi anni ha orientato la sua ricerca stilistica verso le immagini elaborate digitalmente Il testo critico di Giampaolo Trotta, uno dei più grandi critici e saggisti italiani “Nella ricerca di sempre nuove vie, Rocco Micale è approdato all'arte digitale. La sua modernità non va intesa nell'accezione 'futurista', bensì in una viscerale tendenza alla sintesi fra tradizione classica e nuove tecnologie, in una visione che ha superato il Modernismo, ma anche il Postmodernismo. Riferimenti unilaterali di Micale sono la ‘vera’ e ‘sola’ Classicità mediterranea ed il Medioevo arabo-normanno. L'artista non fa altro che impiegare il linguaggio dei miti sub specie estetico-visiva digitale. Così, per quanto riguarda pure la reinterpretazione degli Arcani Maggiori dei Tarocchi. Egli non li ha ancora rappresentati tutti: da qui il titolo "SpiRituale / Digitale": 'carte' simboliche dello spirito, conformi al senso del 'rito', rilette in chiave digitale, con l'aggiunta di quell’ "1.0." che, con il suo linguaggio desunto dai computer, indica che il 'sistema' non è assoluto, non rappresenta un punto definitivo di arrivo” Il testo critico di Nocera, un contributo personale ed affettivo all’amico Rocco “La Sicilia, la mitica Triscele, è forse la terra che più delle altre offre scenari culturali ed antropologici in grado di provocare nel visitatore grande suggestione ed “emozioni”. Scrive Anna Spitaleri, a proposito di Sicilia esoterica di Marinella  Fiume , che “L’alta concentrazione artistica, la variegata umanità, il ricco patrimonio di letterati e di santi, di filosofi e scienziati…”, ci porta in una Sicilia “Luminosa e notturna, sotterranea e baciata dal sole, enigmatica e misteriosofica, il cui fascino resiste incontestabile nei secoli”. In questo panorama rientra a pieno titolo Rocco Micale con le sue immagini digitali trattate pittoricamente. Il suo è un viaggio “iniziatico”, un viaggio che  avvolge e trascina verso paesaggi dell’anima le cui forme vengono dilatate e avvolte nel mistero. Gesualdo Bufalino scriveva che “Ogni siciliano è, di fatti, un’irripetibile ambiguità psicologica e morale. Così come l’isola tutta è una mischia di lutto e di luce. Dove è più nero il lutto, ivi è più flagrante la luce …”. Attraverso i suoi lavori, Rocco Micale, ci fa calare in questo pessimismo isolano anche se, tante volte, i suoi rossi o i suoi gialli, apparentemente conducono verso una gioia intimistica. Il suo “fare” è Alchimia pura, il compenetrarsi di macchie o di rette è come estrarre dal raggio cosmico la sua ombra. La complessa personalità di Rocco ci porta nella melanconia, in quel senso radicato di tragedia che si riflette nella mescolanza di amore e morte. Eros e Thanatos, primavera e inverno. Questi lavori emanano fascino. L’apparato alchemico-ermetico è l’elemento simbolico che ci guida al ritrovamento del “sé” in mezzo al caos primordiale dei nostri sentimenti. Ognuna delle opere è frutto di un lungo processo metamorfico che parte da un’immagine esistente, reale, e che viene  via via trasformata, dilatata, frantumata e, infine, “ridata alla luce”. Quattro gradi, quattro fuochi, quattro stadi di dissoluzione: ecco perché Rocco è un alchimista! A noi, attraverso l’interpretazione esoterica e l’analisi dei simboli, scoprire il racconto espresso dalle sue immagini. Particolare attenzione va posta sugli aspetti alchemici in quanto attraverso essi viene recuperata e trasmessa una conoscenza primordiale che fa parte di una visione profonda del mondo “nascosto”. Rocco è un artista ermetico e non fa altro che dare forma agli archetipi universali, esprimere visivamente alcuni aspetti dell’inconscio. L’oscurità, Rocco, la illumina: la funzione immaginativa appare come il più importante strumento di meditazione e rivela il senso della trasformazione. Il suo lavoro è un viaggio nell’universo interiore, la purificazione e la trasformazione delle sue immagini si traducono in un incontro quasi mistico. La linea artistico-alchemica ci consente di individuare un percorso che segue una “via religiosa” piuttosto che una “eroica-magica”! Guardare con abbandono mentale e senza preconcetti il contenuto di queste opere misteriose ci permette di trarre spunti, idee per completare e ampliare la visione del mondo celata nell’incanto di una luna squarciata da un ramo che ricorda un rivolo di sangue, di una donna che con una melagrana ci accompagna  dentro un sogno, di una sirena quasi ghermita da un gabbiano o di due mani che si schiudono per fare dono di una farfalla o di un corpo sdraiato che tenta, nel suo sonno sublime, di farsi illuminare da un sole quasi spento e infine il rincorrersi di frammenti di esperienze che trovano il loro senso nel simbolo dell’eternità. Ecco, questo è il linguaggio di Rocco Micale. Oso chiamarlo pittore-alchemico”. (La foto di Rocco Micale è di Oriana Palermo)

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