Scampagnata finisce in rissa, un arresto per tentato omicidio

Redazione

Palermo

Scampagnata finisce in rissa, un arresto per tentato omicidio

18 Gennaio 2016 - 00:00

I Carabinieri della Stazione di Palermo Altarello di Baida, ieri hanno arrestato Giuseppe Burgio, palermitano, 43 anni ed operaio dell’Amia. Burgio eè accusato di tentato omicidio ai danni di Carlo Graziano, 36 anni di Palermo, mediatore immobiliare, attualmente ricoverato presso il Reparto di Chirurgia dell’Ospedale Villa Sofia di Palermo, in prognosi riservata sulla vita. Non erano ancora trascorse le 19, quando la Centrale Operativa del Comando Provinciale Carabinieri di Palermo ha allertato la pattuglia della Stazione di Altarello di Baida, per un immediato intervento relativo ad un accoltellamento, segnalato in via Vito Fazio Allmayer, 11. Giunti sul posto, i militari dell’Arma, rinvenivano riverso sull’asfalto la vittima, Graziano, che presentava evidenti ferite all’addome, copiosamente sanguinanti, cosciente, tanto da informare gli investigatori di essere stato raggiunto da quattro fendenti sferrati con un coltello di grosse dimensioni, a seguito di una lite a casa del suo vicino, Burgio, che abitava al sesto piano del vicino civico nr. 4. Subito soccorso dagli stessi Carabinieri intervenuti, Graziano è stato trasportato con un’ambulanza del 118 all’ospedale “Villa Sofia”.  Le contestuali indagini dei Carabinieri della Stazione di Altarello di Baida, consentivano di individuare persino l’esecutore del reato. È bastato alzare lo sguardo per scoprire Burgio affacciato al balcone di casa propria, il quale pronunciava frasi sconnesse ed incomprensibili, in evidente stato di agitazione. I Carabinieri, pertanto raggiungevano l’abitazione di Burgio al sesto piano, il quale presentava una recente ed sanguinante ferita al volto, tra la fronte e l’occhio sinistro, in evidente stato di ubriachezza. L’uomo, riferiva di aver trascorso con Graziano, unitamente ad altri amici e familiari, la giornata festiva del Primo maggio presso una fabbrica di scarpe di proprietà del padre di quest’ultimo, di via Domenico Guerrazzi. Nel corso della mangiata, i due amici, avevano avuto una discussione e per evitare più gravi conseguenze, Burgio aveva deciso di rientrare a casa lasciando lì la sua famiglia. Qui, però, veniva raggiunto da Graziano che pretendeva di entrare, insistendo con forza, dando calci alla porta. Burgio solo allora avrebbe aperto la porta, ricevendo un colpo al volto e difendendosi con un coltello da cucina con una lama di 20 centimetri, che successivamente consegnava ai militari intervenuti. Dal successivo sopralluogo si accertava come la porta d’ingresso dell’appartamento di Burgio presentava evidenti segni di suola di scarpa, mentre, nell’ingresso di casa, veniva rinvenuto poggiato su un mobile, un bastone di legno di circa 75 centimetri con una evidente traccia ematica, sottoposti a sequestro unitamente al coltello. L’abitazione appariva in ordine e non vi erano tracce ematiche né sul pavimento né alle pareti. Lungo le scale condominiali, al quinto piano, diversamente veniva rinvenuto un pezzo di legno costituente parte del bastone già repertato sul mobile d’ingresso, mentre al piano terra, si notava sul marmo d’ingresso una goccia di sangue. Burgio, dopo essere stato condotto presso gli Uffici della Stazione dei carabinieri di Palermo Altarello di Baida, veniva successivamente trasferito, con autoambulanza del “118”, al Pronto Soccorso dell’Ospedale Civico di Palermo dove veniva riscontrato affetto da “Trauma all’emivolto lato sinistro” e giudicato guaribile in 5 giorni. Nel frattempo i Carabinieri, continuavano a raccogliere tanto più dichiarazioni testimoniali, al fine di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Veniva appurato dagli investigatori, come Burgio, mentre Graziano si trovava in strada sanguinante, si affacciava al balcone di casa e in dialetto siciliano gridava: “Sei stato tu a salire a casa mia”. Le dichiarazioni più importanti, però, erano quelle dei familiari che con i due avevano passato la giornata. Questi, infatti, riferivano come i due, dapprima in maniera scherzosa e poi con toni più accesi, forse dall’elevata tasso alcolemico dovuto al vino, per futili motivi, avevano cominciato a discutere per un banale “braccio di ferro”, finito a breve alle mani. Erano intervenuti quindi i familiari presenti, a calmare gli animi e riportare i due alla ragione. Tuttavia, ciò non deve essere stato sufficiente, visto quanto accaduto in seguito. Infatti Graziano, lasciati gli ignari familiari a festeggiare, seguiva Burgio fino a casa, dove i due concludevano la contesa iniziata poco prima. Burgio, vista la gravità degli elementi raccolti e per la sua azione quattro coltellate sferrate all’addome ed alla gamba sinistra con un coltello grande in suo possesso, veniva tratto in arresto con l’accusa di “tentato omicidio”. Per lui, quindi, malgrado la disponibilità dimostrata nei confronti delle Forze dell’Ordine, si sono aperte le porte del carcere “Ucciardone” di Palermo. La vittima dell’accoltellamento, nella stessa serata di ieri veniva sottoposto ad un delicato intervento chirurgico d’urgenza al termine del quale, veniva ricoverato presso il reparto di chirurgia generale per “Ferita da taglio regione addominale sinistra e basso ventre, due piccole ferite superficiali emitorace sinistro e coscia destra”, con prognosi riservata sulla vita.

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