Salvo D´Acquisto, carabiniere morto da eroe

Rosario Lo Cicero

Dall'Italia e dal Mondo

Salvo D´Acquisto, carabiniere morto da eroe

18 Gennaio 2016 - 00:00

Il 22 settembre del 1943, subito dopo il "proclama Badoglio", in località Torre Palidoro, alcuni soldati tedeschi, intenti ad ispezionare alcune casse di munizioni abbandonate, furono investiti dall'esplosione, probabilmente fortuita, di una bomba a mano. Due rimasero uccisi e due feriti. Come spesso accadeva allora, le spietate truppe delle "SS" naziste, decisero, per ordine del comandante, il feldmaresciallo Kesserling, di eseguire un rastrellamento, convinti che si trattasse di un attentato operato dai Partigiani. La locale Stazione dei Carabinieri, era momentaneamente comandata, data l'assenza del Maresciallo, dal giovane Salvo D'Acquisto, un 23enne Vice Brigadiere di origine napoletana. A lui i tedeschi ordinarono di compiere le indagini e di consegnare, entro l'alba del mattino seguente, gli autori dell'attentato. Il 23 settembre, vennero quindi catturate 22 persone, scelte a caso tra gli abitanti della zona. Gli ostaggi, pronti per essere fucilati, vennero portati nella piazza principale di Palidoro, vennero sommariamente interrogati e nonostante si fossero dichiarati innocenti, condannati alla fucilazione. Tra loro anche il Vice Brigadiere Salvo D'Acquisto e quello che poi diverrà l'unico testimone oculare del sacrificio del giovane carabiniere, certo Angelo Amadio. D'Acquisto tentò con tutte le sue forze di convincere le "SS" che l'esplosione della bomba a mano era riconducibile alla imperizia degli stessi soldati tedeschi che avevano ritrovato l'ordigno ma, vedendoli decisi nel voler fucilare i 22 ostaggi, si autoaccusò dell'attentato e chiese la liberazione dei cittadini trattenuti. Amadio, non si sa bene per quale motivo, ritenuto dai tedeschi come facente parte dell'Arma, fu l'unico costretto ad assistere alla fucilazione. Finita la guerra racconterà nel dettaglio la morte del Carabiniere, dal grido di "viva l''Italia", dalla scarica di mitra al colpo di grazia che ne stroncò la giovane vita, sino alla copertura con il terriccio, operata dallo stesso plotone delle "SS", i quali, il giorno dopo, colpiti dal coraggio del Militare, riferirono ad una testimone "il vostro Brigadiere è morto da eroe. Impassibile anche davanti alla morte". Salvo D'Acquisto riposa oggi nella cappella adiacente l'ingresso della Basilica napoletana di Santa Chiara. Nel 1983 è iniziata la causa di canonizzazione che gli ha valso il titolo di "Servo di Dio". La sua figura ed il suo sommo sacrificio, sono stati ricordati da Giovanni Paolo II, il 26 febbraio del 2001, nel corso di un discorso tenuto ai Militari dell'Arma: “La storia dell'Arma dei Carabinieri dimostra che si può raggiungere la vetta della santità nell'adempimento fedele e generoso dei doveri del proprio Stato. Penso, qui, al vostro collega, il vice brigadiere Salvo D'Acquisto, medaglia d'oro al valore militare, del quale è in corso la causa di beatificazione”.

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