Il carabiniere di origine monrealese Giuseppe Giangrande, ferito a Palazzo Chigi a Roma da un colpo di pistola, torna a parlare. In una lunga intervista al quotidiano “Libero” racconta la sua riabilitazione nella clinica di Imola, ma continua a rivivere quei drammatici momenti che gli stavano costando la vita. “Non sono un eroe – dice Giangrande a Libero –. Preiti mi ha chiesto di passare lo sbarramento e nel momento in cui gli ho detto di no mi ha sparato". Luigi Preiti, l'attentatore, sarà processato il 20 novembre e per quella data le aspettative di Giangrande sono molto semplici: "Mi aspetto che venga punito in base ai capi d'imputazione e sia riconosciuto colpevole perché matto non è. Era molto lucido quando ha parlato con me. So che hanno già tentato di farlo passare per folle, ma la richiesta è stata respinta dal tribunale". Giangrande, quindi, non ha dubbi sulla salute mentale del suo attentatore. E sempre a Libero continua a raccontare quel giorno: “Mi sono trovato al posto giusto nel momento sbagliato. Se questo soggetto passava il blocco in un attimo di distrazione dei miei colleghi, era una strage. Con Preiti prima che sparasse ci ho parlato. Mi ha chiesto di passare lo sbarramento. Gli ho detto che era impossibile e ha scaricato tutto il caricatore su di me e i colleghi vicini". Ci sono stati altri quattro feriti, tra cui un altro carabiniere, per fortuna nessun morto. Ora però Giangrande guarda avanti: a Natale tornerà a casa e non vede l'ora. "Ci stiamo preparando a fare il panettone in casa. Sono molto felice"
Cronaca
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