Palermo, truffavano il servizio sanitario, sei le persone arrestate

Redazione

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Palermo, truffavano il servizio sanitario, sei le persone arrestate
Sono accusati di truffa aggravata, concorso in falso e accesso abusivo a sistema informatico

18 Gennaio 2016 - 00:00

I carabinieri del Comando Provinciale di Palermo stanno eseguendo da stamattina una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 6 persone (3 farmacisti, 1 titolare di parafarmacia, 1 dipendente ASP e 1 correo con compiti di “corriere”) ritenute responsabili a vario titolo di concorso in falso, accesso abusivo a sistema informatico e truffa aggravata in danno del Servizio Sanitario. Le indagini, avviate nel 2013 dai carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica, hanno consentito di documentare un complesso meccanismo che permetteva agli indagati di conseguire profitti attraverso l’alterazione delle autorizzazioni emesse dall’ASP per la distribuzione in regime di convenzione presso le farmacie e parafarmacie di presidi e ausili per incontinenza e prodotti per celiaci. L’esecuzione dei provvedimenti conclude una prima fase di una complessa attività investigativa sviluppata dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura, coordinati dal Proc. Agg. Bernardo Petralia e Sost. Proc. Enrico Bologna e Daniela Varone.  L’attività investigativa scaturisce da una serie di denunce presentate sin dall’agosto 2013 dall’ASP di Palermo, in seguito all’individuazione di molteplici irregolarità emerse durante le attività di rendicontazione delle fatture inerenti la fornitura e distribuzione di presidi ed ausili per incontinenza ed ha consentito di svelare l’esistenza di un’attività criminale che da almeno due anni senza soluzione di continuità, produceva autorizzazioni false. Nel corso dell’attività di indagine sono state attivate intercettazioni telefoniche nei confronti dei soggetti che a vario titolo sono stati ritenuti inseriti nel contesto criminale nonchè intercettazioni audio video e telematiche anche all’interno di uffici pubblici.  IL MODUS OPERANDI Sin dall’inizio i militari individuavano quale fulcro del sistema un dipendente dell’ASP di Palermo, Pietro Li Sacchi, che, utilizzando le proprie credenziali, accedeva al sistema informatico dell’ASP ed alterava i dati riguardanti assistiti, per la stampa di autorizzazioni false. Proprio attraverso l’intercettazione telematica i carabinieri accertavano che l'uomo creava illecitamente una serie di autorizzazioni, utilizzando le generalità di ignari già presenti nel sistema informatico, modificando o inventando le patologie sofferte, i medici prescrittori, le date e quant’altro fosse stato necessario per giustificare l'erogazione dei presidi ed ausili in linea con le patologie inesistenti, con successivi rimborsi a carico del’ASP e quindi del bilancio della sanità regionale. Non solo. Le autorizzazioni venivano preparate con date retroattive ed a volte anche a carico di persone decedute. Il riscontro con la documentazione sequestrata, costituita da numerose fatture presentate al rimborso dalle farmacie riepilogative di migliaia di autorizzazioni, ha permesso di accertare la falsità di almeno diverse centinaia di queste ultime. Alcune fatture risultavano ingiustificate addirittura per il 75% dell’importo totale. L’iter criminoso si sviluppava con un sistematico e collaudato schema operativo che, attraverso la successione di reati commessi in concorso dai soggetti a vario titolo coinvolti, ha permesso la produzione delle autorizzazioni false, con conseguente danno del servizio sanitario. Il Li Sacchi predisponeva le suddette autorizzazioni facendole recapitare attraverso Giuseppe Villano ai farmacisti che ne curavano la presentazione all’ASP attestando ingannevolmente una fornitura mai avvenuta e mai richiesta dagli ignari intestatari. Al riguardo, i carabinieri precisano che intrusione al sistema informatico e l'utilizzazione dei dati archiviati relativi ad assistiti e medici, con la contestuale indicazione di patologie inesistenti, comportava l’immediato impoverimento dei fondi stanziati per le necessità degli assistiti realmente bisognosi, creando così dei “buchi finanziari” che l’ASP era costretta a ripianare con specifiche richieste straordinarie. Li Sacchi Pietro costituisce quindi il punto di partenza non esitando a falsificare anche la firma dei propri dirigenti.  LA FALSA DISTRIBUZIONE La responsabilità da parte del farmacista Giuseppe Pepe emerge non solo dal suo coinvolgimento diretto durante alcuni carichi di forniture filmati nel corso delle indagini ma anche dai dialoghi telefonici intercorsi con il Villano, suo punto di riferimento per la consegna delle autorizzazioni false.  Il meccanismo comprendeva oltre la produzione di false autorizzazioni presso gli uffici dell’ASP, anche l’apposizione da parte delle farmacie di false firme relative ad ignari assistiti (talvolta già deceduti) con l’indicazione di documenti di identità inesistenti e mai rilasciati dall’Anagrafe del Comune di Palermo.  Identico modus operandi veniva riscontrato in relazione a fatture presentate al rimborso dalle farmacie di cui sono titolari Gaetano Sirchia e Diego Genovese. Un meccanismo analogo è stato inoltre riscontrato anche nel settore dei prodotti per celiaci in relazione all’attività della parafarmacia di cui è titolare Andrea Lo Iacono, il quale presentava al rimborso diverse fatture, contenenti numerose fittizie autorizzazioni.  L’attività criminosa ha comportato un danno stimato al Servizio Sanitario Nazionale in circa 200.000 € sulla base delle fatture già esaminate e che, in proiezione statistica, potrebbe aggirarsi intorno ad oltre 1 milione di euro alla fine degli accertamenti ancora in corso. 

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