Palermo, test di Medicina, fioccano i ricorsi al Tar per una domanda errata

Redazione

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Palermo, test di Medicina, fioccano i ricorsi al Tar per una domanda errata
Mario Capecchi è un chimico. Lo dice lui stesso ad una studentessa che aveva risposto in maniera corretta

18 Gennaio 2016 - 00:00

Mario Capecchi è un chimico. Questa affermazione rischia di sconvolgere il risultato del test di Medicina. Lo rivela il sito di informazione online Palermo Today che racconta un’assurda quanto paradossale vicenda avvenuta nel test di ammissione a Medicina che si è svolto lo scorso 8 aprile. Una delle aspiranti, una ragazza palermitana di 19 anni, si è vista annullare una risposta che considerava corretta, ossia quella di abbinare correttamente tra scienziati e campi scientifici. Lei, come altri, aveva abbinato il nome Mario Capecchi alla chimica. Per l’università la risposta è sbagliata, ma è stato lo stesso Capecchi a dire alla studentessa, in una mail, che “si considera un chimico”. Per il Ministero, però, Capecchi non sarebbe un chimico. Ora in 66 hanno fatto ricorso al Tar contestando la domanda numero 27, in cui veniva chiesto: "Quale dei seguenti abbinamenti scienziato-campo scientifico non è corretto? A) Mario Capecchi-chimico; B) Enrico Fermi-fisica nucleare; C) Riccardo Giacconi-astronomia; D) Rita Levi-Montalcini-neurologia; E) Camillo Golgi-istologia". Per il Ministero la risposta corretta sarebbe la A. Ma il premio Nobel italoamericano chiamato in causa, contattato tramite posta elettronica dalla ragazza, ha prontamente fornito un'interpretazione autentica in lingua inglese (che più autentica non si può) mettendo in dubbio la validità del quesito: "Cara ragazza, mi sono laureato in chimica e fisica. All'università ho conseguito il dottorato di ricerca in biofisica e biologia molecolare. Se mi considero un chimico? Si. Un biologo molecolare? Si. Nel mio lavoro mi occupo di tutt'e e tre e d'altro. Cordialmente, Mario Capecchi".  A seguire la vicenda sono stati gli avvocati Francesco Leone, Francesco Stallone e Gabriele La Malfa Ribolla, in rappresentanza del gruppo di ricorrenti: "Nel caso in cui il questionario – spiega Leone a PalermoToday – sia caratterizzato da errori, ambiguità, quesiti formulati in maniera contraddittoria o fuorviante, la selezione è inevitabilmente falsata e viziata. Gli studenti hanno diritto, come di fatto stiamo chiedendo, ad accedere al corso di studi in sovrannumero". Già, perché quell'errore non sarebbe l'unico. Sono altre le domande finite sul banco dell'inquisizione: quella in cui, secondo il Ministero, l'ipofisi produrrebbe l'ormone ADH "quando in realtà si limita a rilasciarlo", spiega l'avvocato, o ancora quella in cui si chiede in quali organuli della cellula avvenga la sintesi proteica. Stando sempre alle informazioni in possesso del Ministero, la risposta corretta era quella in cui si citano cloroplasti e mitocondri. Ma anche qui ha qualcosa da ridire il legale che, dopo aver consultato alcuni esperti in materia, ha spiegato: "La risposta corretta era “nessuno”, poiché tale processo avviene nel citoplasma. Benché il cloroplasto ed il mitocondrio possano contenere ribosomi, è certamente sbagliato affermare – si legge fra le motivazioni del ricorso – che la sintesi proteica, solitamente, avvenga solo nel cloroplasto e nel mitocondrio". Con questa tesi l'avvocato Leone ha chiesto al Tar di "ammettere in sovrannumero all'ateneo indicato in domanda o, in subordine, al primo ateneo utile in base all'ordine delle sedi prescelte. È possibile presentare i ricorsi – ricorda Leone – fino a metà luglio".

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