Palermo, spaccio di droga alla Zisa, 32 arresti

Redazione

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Palermo, spaccio di droga alla Zisa, 32 arresti
OPERAZIONE HORUS - Organizzata dai Carabinieri che hanno filmato 2.322 episodi di spaccio in soli 75 giorni

18 Gennaio 2016 - 00:00

I Carabinieri della Compagnia di Palermo San Lorenzo hanno condotto, dalle prime ore del mattino, una vasta operazione antidroga, con l’esecuzione di 32 misure cautelari in carcere  emesse dal Gip del Tribunale di Palermo, Nicola Aiello, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di altrettanti indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di “produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti”, per avere, in concorso tra loro e con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, detenuto ai fini di spaccio e ceduto a più persone sostanza stupefacente del tipo hashish, marijuana ed eroina. L’esecuzione dei provvedimenti conclude una complessa attività investigativa sviluppata dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Palermo San Lorenzo sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo. Le indagini, sviluppate dal marzo al giugno 2013, prendono spunto dalle evidenze raccolte dai Carabinieri nel corso di pregresse attività che avevano già mostrato l’importanza nel mercato degli stupefacenti di un quadrato cittadino inserito nel quartiere “Zisa”, dove si dipana un dedalo di viuzze, tra cui le vie Gualtiero Offamilio, Matteo D’Aiello, Bernardo Cabrera e Regina Bianca, monopolizzate dagli illeciti traffici dei malviventi che le presidiano quotidianamente, ad ogni ora, e divenuto punto di riferimento per qualsiasi soggetto che voglia acquistare facilmente dello stupefacente. Con l'intento di disarticolare in maniera definitiva il gruppo criminale, capace di sopravvivere e rinnovarsi nonostante le numerose operazioni di contrasto portate sinora a termine dalle Forze di Polizia, gli investigatori hanno predisposto un complesso sistema di videosorveglianza, dotato di moderni strumenti tecnologici, garantendo una costante e quotidiana osservazione degli illeciti traffici, da qui il richiamo alla figura mitologica del “dio falco”, Horus, divinità onnipresente ed onniveggente, da cui trae nome l’indagine. Sono stati sufficienti pochi mesi per raccogliere le prove necessarie ad individuare e descrivere con dovizia di particolari l’attività di un gruppo di persone dedite – in concorso tra loro –  allo spaccio di sostanze stupefacenti, dandosi il cambio in veri e propri turni di lavoro. A riscontro delle 32 ordinanze eseguite oggi sono state documentate 2.322 “cessioni”, per presunti introiti giornalieri di circa 2.000 euro, che hanno portato, in soli 75 giorni di attività, a: segnalare 29 persone alla Prefettura di Palermo ex art. 75 D.P.R. 309/90 per “uso personale di sostanze stupefacenti”; arrestare 13 persone e denunciarne altre 3 per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti; sequestrare quasi 2 kg di hashish e marijuana, ed anche eroina per un valore complessivo di svariate migliaia di euro, oltre alla somma contante di 1.000 euro circa, provento dell’illecita attività di spaccio. Nel periodo successivo alla conclusione delle attività, i Carabinieri hanno, inoltre, documentato la continuità e persistenza degli illeciti traffici, procedendo ad altri 3 arresti in flagranza nei confronti di altrettanti pusher operanti in quelle vie, sequestrando complessivamente 65 g circa di sostanza stupefacente del tipo hashish e marijuana. L’attività di spaccio Nell’ambito del quartiere è stata individuato un gruppo di persone dedite – in concorso tra loro –  con differenti profili di responsabilità in ragione delle diverse funzioni e compiti, alla sistematica cessione “al minuto” di sostanze stupefacenti, dotato di comuni fonti di approvvigionamento della sostanza, basi logistiche utili per lo stoccaggio, il taglio ed il confezionamento dello stupefacente da piazzare sul mercato in un’attività considerata come un vero e proprio “lavoro” dai giovani pusher, come testimoniato da un sms inviato da un indagato alla propria fidanzata: “….. sto andando a lavoro se tutto và bene ok in tal caso se entro oggi non ricevi sms mio stasera alle 20.15 guardati il TGS però nella tua stanza e non con i tuoi…”. Oltre a tale gruppo, attivo esclusivamente nello spaccio di hashish e marijuana, nelle adiacenti vie Regina Bianca e Stefano de Perche, sono state monitorate attività di spaccio di eroina, compiute da soggetti indipendenti, ma riconducibili tutti alla famiglia Fernandez. Documentando tali illecite attività, si è appurato come alcuni pusher dell’adiacente piazza di spaccio erano altresì “clienti” dei Fernandez, dai quali si rifornivano frequentemente di dosi per uso personale. Tra gli indagati emergono le figure di 2 soggetti, appartenenti ad altrettante famiglie di spicco del quartiere, Bagnasco Vincenzo (cl. 1983) e Giardina Gaspare (cl. 1985), entrambi nullafacenti e censurati per reati specifici. Dalle indagini, inoltre, è emersa la partecipazione di altre famiglie della zona negli illeciti traffici, come dimostrato dai diversi e stretti rapporti di parentela intercorrenti tra gli indagati, nonché dalle veementi reazioni di tutti gli abitanti del quartiere in occasione degli interventi delle forze dell’ordine. In effetti, si è evinto che gli illegali traffici costituiscono l’unica vera e propria fonte di sostentamento di interi nuclei familiari residenti nel quartiere, per i cui componenti queste attività costituiscono la principale occupazione quotidiana. Tali interessi hanno assicurato la pressoché totale connivenza degli abitanti della zona, i quali avevano tutto l’interesse a non ostacolare le condotte illecite degli spacciatori. Nella piazza operavano costantemente, su turni giornalieri (mattina – pomeriggio – sera), 2/3 soggetti che fungevano da “pusher”, “cassieri/rifornitori” e “vedette”. Per rendere più complessa l’individuazione della cessione e la configurazione del reato, gli spacciatori operavano in totale sintonia tra loro effettuando gli scambi in concorso (nessuno aveva mai la disponibilità diretta ed immediata di un quantitativo di droga che potesse di per sé integrare la detenzione ai fini di spaccio) sotto la stretta sorveglianza delle vedette che provvedevano sia ad avvertire del passaggio di pattuglie delle Forze dell’ordine che ad indirizzare gli acquirenti (non solo tossicodipendenti ma anche insegnanti, artisti, infermieri, imprenditori), altamente “fidelizzati”, come testimoniano scene di soggetti che, dopo essere stati fermati e segnalati per uso personale dai militari, tornavano a comprare la droga, mostrando anche il verbale di sequestro appena ricevuto. In un’occasione, durante il monitoraggio dell’attività di spaccio, un militare fermava addirittura il proprio insegnante delle scuole medie, cinquantenne, rinvenendo nella sua disponibilità con grande stupore una dose di eroina appena acquistata. I numerosi interventi effettuati dai Carabinieri, a riscontro dell’attività di indagine in corso, hanno permesso di stilare una sorta di “prezzario” della droga, a seconda del tipo di sostanza stupefacente e del peso della singola dose: Marijuana: 5 euro la dose da 1 grammo; Hashish: 5 euro la dose da 1 grammo, 10 euro la dose da 2 grammi; Eroina: 15 euro la dose da 0,25 grammi, 20 euro la dose da 0,50 euro, 30 euro la dose da 1 grammo. Nell’ambito del gruppo, i ruoli di Pusher o Vedetta erano assolutamente intercambiabili anche nell’arco della medesima giornata. In caso di arresto di alcuni spacciatori, il gruppo garantiva la prosecuzione dell’illecita attività, la quale assumeva in alcuni momenti l’aspetto di una vera e propria “catena di montaggio”, come testimoniano le immagini riprendenti file di auto in coda, in attesa del proprio “turno”. In particolare, nei momenti immediatamente successivi agli interventi delle Forze dell’Ordine, i soggetti più esperti si occupavano di controllare i vari nascondigli per recuperare eventualmente del “materiale” non trovato dai militari, redistribuire lo stupefacente ai nuovi spacciatori, reindirizzare il traffico di acquirenti nella più stretta e meglio controllabile via Bernardo Cabrera, oltre a consultarsi per comprendere le dinamiche di quanto accaduto ed adottare le opportune contromisure. In tal senso, infatti, si è constatato come la profonda conoscenza del territorio e la scaltrezza dei correi, abbia permesso, in tempi brevi, il danneggiamento e l’asportazione di alcune delle telecamere installate per monitorare più da vicino ed in maniera più dettagliata gli illeciti traffici. Il gruppo era dotato, altresì, di vari punti di stoccaggio della “merce” e del denaro “guadagnato”. Infatti, oltre ai nascondigli utilizzati dai pusher, predisposti nelle immediate vicinanze della zona di spaccio (motorini, usci delle porte, segnali stradali, passaruota delle auto, grondaie, fori nei muri e nei marciapiedi, persiane, aiuole), alcuni indagati  provvedevano a depositare periodicamente il denaro raccolto in un magazzino in via Cabrera, mentre lo stupefacente veniva dislocato in vari depositi, via via più distanti dall’area di smercio quanto maggiore era la quantità di droga da occultare. Tra i soggetti maggiormente occupati in tale delicato compito vi era Bertolino Rosario, che con estrema attenzione provvedeva a depositare e ritirare le quantità più ingenti di stupefacente, previamente consegnategli da Bagnasco e Giardina, da un magazzino sito in Fondo Rubino Muratore. Qui i militari, nel corso dell’attività, rinvenivano circa 900 grammi di marijuana, in gran parte già suddivisi in dosi pronte per la vendita, e 230 g di hashish suddivisi in stecche. Particolare emblematico dell’indifferenza e della connivenza degli abitanti del quartiere nei confronti degli spacciatori è costituito dalle riprese di: bambini che giocano tranquillamente a pochi passi dai pusher, impegnati nelle illecite attività, e con cui spesso dialogano; proprietari dei mezzi utilizzati quali nascondigli per lo stupefacente che, consapevoli di tale attività, chiedono “gentilmente” ai pusher di cambiare luogo di occultamento poiché devono andare via. Nell’arco dell’indagine sono stati documentati migliaia di scambi che hanno permesso infine di arrestare tutti gli spacciatori al dettaglio che, in concorso tra loro, operavano mantenendo attiva la piazza giorno e notte. Tra gli altri, un giovane casertano, arrestato dai Carabinieri per ben 2 volte in 6 giorni, il quale, per giustificare la sua presenza nel capoluogo siciliano, raccontava di essersi trasferito a Palermo per fare il “pasticciere”. Ecco tutti gli arrestati AIDI Michele; AMATO Alessandro; ARGENTO Antonino; BAGNASCO Domenico; BAGNASCO Giovanni; BAGNASCO Giuseppe; BAGNASCO Vincenzo; BERTOLINO Rosario; BONO Salvatore; CARDINALE Anna; CORRADENGO Gaetano; CORRADENGO Giuseppe; DE LISI Gaetano; DE LUCA Carmelo; FERNANDEZ Fabio; FERNANDEZ Salvatore; GARGANO Antonino; GARGANO Riccardo; GARGANO Vincenzo; GIARDINA Gaspare; GRASSO Salvatore; IMERA Giuseppe; INTRAVAIA Antonino; LA CORTE Francesco; LIGA Salvatore; MACHI’ Umberto; ORLANDO Paolo; PEDALINO Raimondo; PONTIDORO Giuseppe; RANDAZZO Stefano; SAMMARCO Matteo; STUPPIA Antonio;

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