Palermo, scoperta un'altra casa " a luci rosse" in zona Oreto

Redazione

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Palermo, scoperta un'altra casa " a luci rosse" in zona Oreto
A denunciare tutto una donan cinese costretta a prostituirsi da un connazionale

18 Gennaio 2016 - 00:00

Agenti della Polizia di Stato appartenenti all’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, ieri pomeriggio, hanno tratto in arresto un cittadino cinese di 51 anni, poiché ritenuto responsabile del reato di sfruttamento della  prostituzione. L’arresto costituisce la conseguenza di una serie di circostanze concatenate,  del tutto imprevedibili per il cittadino extracomunitario che da pochi giorni aveva iniziato a sfruttare una connazionale di 46 anni, inducendola a prostituirsi. Lo straniero non ha fatto i conti però con il coraggio della donna e con il corso degli eventi, finendo per venirne inesorabilmente sopraffatto. A gennaio,  il cinese  ha  preso in affitto, con regolare contratto, in zona Oreto, un appartamento ove ha realizzato una location sobria, ma curata nei particolari, atmosfera ideale per svolgere incontri sessuali a pagamento. Qualche giorno dopo l’uomo ha contattato una connazionale, proponendole di prostituirsi presso l’appartamento preso in affitto e pattuendo la percentuale di guadagno a lui riservata. Nello specifico, il tariffario imposto alla donna per ogni prestazione era di    50,00 euro, di cui solo 20,00 euro sarebbero andati alla donna. Sulla base di questa iniqua spartizione e spinta dal corso degli eventi, la cittadina cinese ha iniziato a prostituirsi. Nei confronti della donna, già vessata ed umiliata dalle costrizioni imposte, ieri lo sfruttatore ha passato il segno quando ha preteso, non più solo denaro ma una prestazione sessuale. La donna ha così capito che l’unica strada percorribile fosse quella della ribellione e, per evitare ogni forma di contatto con il suo sfruttatore,  ha cambiato la serratura della porta dell’appartamento, impedendone, di fatto,  all’uomo l’accesso. Il cinese, resosi conto di non poter più entrare nella sua abitazione, ha ritenuto di contattare il padrone di casa, riferendogli di una occupazione abusiva dell’appartamento ma guardandosi bene dal ragguagliarlo dell’attività “imprenditoriale”, felicemente avviata nell’immobile. La chiamata in causa del proprietario dell’immobile ha rappresentato per lo sfruttatore cinese un passo falso: così, il proprietario, venendo a conoscenza  della presunta “occupazione abusiva”, non ha esitato a rivolgersi alla polizia, alla quale ha chiesto d’intervenire per liberare la sua abitazione. Ieri pomeriggio, i poliziotti insieme al  locatore e,  suo malgrado, al locatario, sono giunti sul posto segnalato per verificare la presunta occupazione abusiva. Quando la donna, rassicurata dalla vista degli agenti, ha aperto la porta, si è scoperchiato un “vaso di Pandora”. Il cittadino cinese, sicuro del silenzio della connazionale, imperterrito, ha  sostenuto le sue argomentazioni contro la donna, accusandola di avere occupato abusivamente l’appartamento. La 46enne, inaspettamente, ha invece superato ogni suo timore e non ha esitato a raccontare ai poliziotti di essere stata indotta a prostituirsi dal suo connazionale ma, più eloquente di ogni racconto, è stata la scena apparsa agli agenti non appena entrati nell’appartamento: la camera da letto, priva di ogni suppellettile e oggetto personale che ne testimoniasse la costante presenza della donna, era arredata soltanto con un letto matrimoniale ed era  illuminata da una luce soffusa; sul comodino centinaia di profilattici e denaro contante, per ammissione della stessa donna, provento del meretricio e due telefoni cellulari, consegnati alla cinese dal connazionale per veicolare gli appuntamenti. Gli agenti di polizia, accertato il reato, procedevano alla perquisizione personale del cittadino cinese addosso al quale veniva trovata la somma di 550 euro. L’uomo, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, veniva tratto in arresto ed associato presso la casa circondariale “Ucciardone” in regime di vita comune.

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