Palermo, degrado nella cappella dell'Uscibene, sequestro e denuncia per il proprietario

Redazione

Palermo

Palermo, degrado nella cappella dell'Uscibene, sequestro e denuncia per il proprietario
Condizioni di incuria e pericolo nel monumento che si trova in zona corso Calatafimi

18 Gennaio 2016 - 00:00

Il Nucleo Tutela Patrimonio Artistico della Polizia Municipale, coordinato dal Comandante Vincenzo Messina, ieri ha sequestrato la cappella del Castello dell’Uscibene, complesso sottoposto  a vincolo monumentale, ubicato in fondo De Caro,  all’altezza dello svincolo di Corso Calatafimi, in  Viale Regione Siciliana. Il proprietario N. S. di 78 anni è stato denunciato all’autorità giudiziaria per danneggiamento ed omissione di lavori a tutela del patrimonio storico-artistico. Nell’ambito della stessa operazione, è stata sequestrata un’area del parco del castello, estesa circa 2000 metri quadrati, adibita a parcheggio. La cappella del castello dell’Uscibene,  a causa del grave stato di degrado e di abbandono in cui si trova,  rappresenta una incombente minaccia di pericolo per la pubblica incolumità. L’intera struttura, è soggetta a rischio di crolli imminenti. Il portale architettonico e la parete del lato mare si sono già distaccati, mentre le ampie falle sulla copertura oltre alle infiltrazioni di acqua piovana, hanno provocato l’accesso di volatili all’interno della cappella, con il conseguente accumulo di escrementi e rifiuti. Nel parete di nord-est,  sono stati cementati dentro il muro antico, i montanti di una recinzione in ferro della balconata ed un cancelletto, anch’esso realizzato in ferro. Il fianco sinistro, è stato deturpato da una costruzione abusiva in muratura elevata fino al primo piano, realizzata accanto alla cappella che ha di fatto oscurato le originarie antiche finestre del bene monumentale. Inoltre, è stato realizzato un muro di divisione,  in conci di tufo,  alto circa 1,70 metri,  cementato sulla parete sinistra ed accostato al muro della cappella. Il soffitto a volta della parete sud lato mare, risulta appesantito e infestato dalla folta vegetazione spontanea, inoltre sul tetto permangono diverse antenne televisive ed una  parabola satellitare. Il proprietario è stato denunciato all’autorità giudiziaria, per non avere eseguito gli interventi di manutenzione del complesso sottoposto a vincolo monumentale. Nell’ambito della stessa operazione, è stata sequestrata un’area del parco del castello, estesa circa 2000 metri quadrati, adibita a parcheggio. Gli agenti hanno riscontrato che dopo i lavori di estirpazione della caratteristica vegetazione, il terreno è stato ricoperto con strati di ghiaia, per consentire ai veicoli di introdursi nell’area per sostare. CENNI STORICI Il complesso monumentale  dell’Uscibene o Scibene, riveste importante interesse storico-artistico quale   bene sottoposto a vincolo monumentale perché pregevole esempio di architettura arabo-normanna e parte, insieme al Castello di Maredolce, alla Cuba e alla Zisa di quel complesso sistema urbanistico costituente l’insieme dei ‘Sollazzi’ del Parco Normanno’”. I  "sollazzi regi" o Solatia (luoghi di delizie) era un circuito di palazzi della corte normanna a Palermo. Anche se le sue origini sono state oggetto di disputa tra gli studiosi, tra chi ritiene  sia stato costruito dai Normanni, sotto il regno di Ruggero II e chi ritiene che sia di origine araba, quindi edificato in epoca precedente dell’avvento dei Normanni in Sicilia. La presenza in quel luogo di abbondantissima acqua fa propendere la scelta di una sua origine araba ed un  successivo intervento normanno. Ma i dubbi restano anche perché la realtà è cambiata e parte del palazzo è stato inglobato nelle case adiacenti. Nel 1177 venne ceduto da Guglielmo II agli arcivescovi palermitani che lo utilizzarono come dimora suburbana fini al xv secolo quando gli fu preferita la residenza di Baida. Venne ceduto ad enfiteusi fino al 1786 quando fu messo all’asta ed acquistato dalla famiglia Di Cara che ha dato nome al  fondo. Nella metà del XIX secolo venne rilevato e studiato dall’architetto Giovan Battista Filippo Basile.

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