Palermo, centri sociali: disordini e scontri con le forze dell'ordine, scattano 17 obblighi di firma

Redazione

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Palermo, centri sociali: disordini e scontri con le forze dell'ordine, scattano 17 obblighi di firma
Indagini della Digos, destinatari sono tutti del centro "Anomalia"

18 Gennaio 2016 - 00:00

La Polizia, ha eseguito nei confronti dei 17 esponenti del movimento antagonista di Palermo, l’ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G. emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo, Anania su richiesta del procuratore aggiunto della  Repubblica di Palermo, Leonardo Agueci e dei sostituti  procuratori, Ferrara e Ravaglioli, depositata in data 9 giugno 2014 che fa propri gli esiti di una complessa attività investigativa, svolta dalla Digos, sulla realtà antagonista palermitana. Le indagini, corroborate anche da attività di intercettazione telefonica, riguardano, in particolar modo esponenti del centro sociale “Spazio Anomalia”, per i gravi disordini e scontri avvenuti con le forze dell’ordine nel capoluogo già a partire dal 2010. Al sodalizio viene contestata "la modalità con la quale gli stessi hanno incanalato, con atti di violenza preorganizzata, la legittima protesta sociale, travalicando i limiti della legge e della civile convivenza per veicolare la tensione di piazza in un circuito criminoso". "In particolare – spiegano dalla questura – agli esponenti del centro sociale viene contestato il reato di associazione a delinquere perché – costituitisi in un gruppo organizzato sotto la sigla “Spazio Anomalia/Ex Karcere” si associavano tra loro e con altri soggetti al fine di commettere una serie indeterminata di delitti contro l’ordine pubblico, l’incolumità pubblica, il patrimonio e la persona – tra i quali quelli di occupazione abusiva di edifici pubblici (633-639 bis c.p.), di danneggiamento aggravato (art. 635 cpv. c.p.), di deturpamento e imbrattamento di beni immobili (art. 639 c.p.), di oltraggio a pubblico ufficiale (art. 341 bis c.p.), di interruzione di pubblico servizio (art. 340 c.p.), di violenza, minaccia e resistenza a p.u. (artt. 336-337 c.p.) e di lesioni personali (artt. 582, 583, 585 c.p.) – che programmavano di realizzare prevalentemente nell’ambito ed in occasione di manifestazioni non regolarmente preavvisate all’Autorità di pubblica sicurezza e così agendo in violazione dell’art. 18 T.U.L.P.S. (R.D. 773/1931)". Tra i vari episodi contestati, quello della manifestazione non autorizzata del 1 ottobre 2010, con l'occupazione sede Pubblikompass, per esporre uno striscione contro la visita del Papa Benedetto XVI, e del 20 marzo 2011, quando, dopo un breve inseguimento, mediante uso di bastoni, aggredivano cinque giovani esponenti del movimento politico Casa Pound.

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