Palermo, anche a Palermo la Festa della Polizia

Redazione

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Palermo, anche a Palermo la Festa della Polizia
Cerimonia alla caserma Lungaro

18 Gennaio 2016 - 00:00

Anche nel capoluogo siciliano, stamattina, si è celebrato il 162° anniversario della fondazione della Polizia. La cerimonia, come ogni anno, è stata l’ occasione per stilare un bilancio di quanto fatto, tracciare propositi per l’avvenire e riflettere sulle fibrillazioni che hanno attraversato la nostra società, inquietudini di cui l’operato della Polizia di Stato è sempre un efficace termometro.  Proprio perché un solido futuro non può prescindere dalla memoria del passato, alle 9, è stata deposta, nell’atrio della Questura, dal Questore e dal Prefetto di Palermo una corona di alloro presso la Lapide ai Caduti della Polizia di Stato, doveroso tributo rivolto a chi, indossando la divisa, ha sacrificato la vita alla nobile causa della legalità. Alle ore 10, presso la sala “Domenico Corona” della caserma “Pietro Lungaro”, alla presenza di alte cariche istituzionali e militari, la d.ssa Maria Rosaria Maiorino, in occasione della sua prima festa della Polizia da Questore di Palermo, ha rivolto alle donne ed agli uomini della Polizia di Stato i più fervidi auguri, svolgendo al contempo alcune considerazioni nel contesto di un discorso vibrante ed incisivo . Tanti i temi trattati dal Questore che, inizialmente, ha affermato “ siamo qui tutti insieme per gridare con forza che  la legalità, l’ordinato vivere civile, la sicurezza, la libertà e la democrazia, sono progetti realizzabili e non utopie sfuggenti. Siamo qui per unire  la nostra voce a quella dei tanti cittadini onesti, di tutti quegli imprenditori sani e laboriosi e di quei giusti che, scegliendo da che parte stare e denunciando, hanno voluto condividere i principi di legalità in una terra tenuta per troppo tempo sotto scacco da criminali efferati e sanguinari”. In tal senso, ha ribadito il Questore, “da qualche anno c’è stata una reazione, l’immobilismo si è rotto, la gente ha cercato alternative, si è indignata, ha applaudito e ringraziato le Forze dell’Ordine nei giorni della cattura dei latitanti storici. Cosa Nostra palermitana, nel tempo, ha subito colpi mortali ma, purtroppo, è ancora viva, vitale, agguerrita: ha perso sicuramente tante battaglie, ma non è stata definitivamente sconfitta”. Ci sono infatti “alcune aree di Palermo e della provincia dove ancora l’unica lingua parlata continua ad essere il silenzio, un silenzio colpevole ed assordante. La gente, di fronte all’espansione criminale, deve ribellarsi, perché  tollerare il crimine significa far regredire la democrazia, la libertà, significa togliere speranze e futuro ai giovani, perché è di loro che ci dobbiamo preoccupare, se si vuole evitare che la crisi occupazionale e la mancanza di interventi di promozione dei diritti e delle opportunità, finiscano con l’avere un peso enorme nell’avvicinarli alla criminalità”. A tal riguardo, secondo il Questore, non si può negare che a Palermo negli ultimi tempi c’è stato un salto di qualità della devianza giovanile che ha toccato livelli preoccupanti, abbiamo assistito ad una deriva valoriale che non ha precedenti e che abbiamo contrastato con arresti e sequestri, nella convinzione che rabbia, emotività e paura non valgono certo a sanarla”. Per il Questore di Palermo è viva l’urgenza di un recupero della legalità e la ricetta non può prescindere dal “predisporre risposte concrete ed adeguate, consapevoli e positive, prevedere norme procedurali agili che rendano celere, immediata e certa l’applicazione della pena, rivedere i criteri di concessione dei benefici carcerari che, spesso, giungono anche per responsabili di reati che hanno scosso la sensibilità della gente ma occorre, che tutti, in ambito provinciale alzino la testa e, mossi da un forte senso di appartenenza alla propria terra, alla propria città, facciano veramente fronte comune nella lotta ad ogni forma di criminalità, mettendo da parte indifferenza e rassegnazione, silenzi ed omertà e ricordando sempre che i silenzi di oggi siamo destinati a pagarli duramente domani, con una criminalità sempre più forte e con cittadini sempre meno liberi.” La Polizia di Stato proseguirà instancabilmente a lavorare per il ripristino della legalità e non a caso, ricorda il Questore, il tema della giornata odierna è  <<Esserci Sempre >>, perché noi che siamo stati sempre presenti tra i cittadini, in mezzo alla gente, lo saremo ancora di più, ci saremo sempre, nei momenti gravi di sofferenza, rabbia, tensione, sconforto, disagio, ma anche per prevenire ogni forma di criminalità, per contrastarla, per garantire il rispetto delle regole, per diffondere la legalità, per vigilare e prestare soccorso a chiunque ne faccia richiesta…sempre, non sottraendoci mai e non invocando mai giustificazioni per abbassare la guardia. Tutto questo, nella consapevolezza, per esempio, nella lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti, che anche la più piccola dose di sostanza sequestrata è un soffio di vita in più per colui al quale era destinata”. Sul tema della legalità e delle devianze giovanili, secondo il Questore di Palermo, una parte importante spetta ai genitori che “anziché dare, dovrebbero più che altro darsi e donarsi, evitando, come spesso succede di essere figure sempre più labili, sempre più indaffarate, sempre meno tese a contenere e a controllare i figli, di cui si dichiarano amici, complici, ma sempre meno genitori. Alla potestà educativa non deve mai rinunciare la scuola che, soprattutto di fronte ad episodi di violenza ed aggressività, prepotenze e bullismo, deve imparare a cooperare con la famiglia in un rapporto di reciproco ascolto e rispetto, un rapporto che non è improntato sulla semplice <<comunicazione>> ma sul dialogo. Per questo Caponnetto, grande magistrato, era solito affermare <<la mafia teme la scuola più che la giustizia. L’istruzione taglia l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa>>”. Altri due inevitabili spunti di riflessione hanno riguardato l’immigrazione e l’ordine pubblico. Sul primo punto “è necessario intervenire in modo complesso e coordinato, con azioni sociali prima ancora che di polizia”; Per quanto riguarda “la gestione dell’ordine pubblico, ove, nonostante il clima caratterizzato d’altissima tensione per la grave crisi occupazionale che da anni attanaglia la provincia di Palermo, siamo riusciti a gestire emergenze e criticità con grande equilibrio e notevole capacità dialogica applicando, ove necessario, fermezza e determinazione”. La cerimonia ha toccato i cuori degli intervenuti quando le parole del Questore hanno lasciato spazio alle immagini dei caduti, per mano mafiosa,  della Polizia di Stato “di tutti quei colleghi, di tutti quei servitori dello Stato, e sono tanti, a cui va il nostro pensiero grato e commosso per aver sacrificato il bene supremo della vita in nome degli ideali e dei valori di democrazia, pace e legalità. A loro, nostri indimenticabili compagni di lavoro, caduti nelle strade di questa città, va il nostro ringraziamento e la nostra gratitudine: che il loro coraggio, la loro estrema generosità, il loro altissimo senso dello Stato ci accompagnino e ci siano sempre di sostegno, di guida e di forza in questo irto e difficile cammino lungo la strada della legalità”. Nel corso della cerimonia, sono state conferite, tra le altre onorificenze, 13 promozioni per merito speciale ad altrettanti appartenenti alla Polizia di Stato, distintisi per  valentia ed attitudine al sacrificio.

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